Il tema dello stralcio del magazzino AdER non trova alcuno spazio nella Legge di Bilancio 2026. Nonostante le soluzioni proposte da una Commissione tecnica mirassero alla cancellazione di 408 miliardi di debiti ritenuti di fatto inesigibili, il Governo ha optato per una “pace fiscale” limitata, incentrata sulla Rottamazione Quinquies.
Il Problema del “Magazzino Dormiente”
La questione centrale riguarda i quasi 1.300 miliardi di euro di cartelle accumulati negli archivi dell’Agenzia delle Entrate Riscossione (AdER). Di questa cifra imponente, una vasta porzione risulta non recuperabile.
Per affrontare il pregresso e ottimizzare le attività di riscossione, la legge delega per la riforma fiscale (n. 111/2023) aveva previsto un percorso strutturato:
- Stralcio Automatico: Per i crediti affidati dal 1° gennaio 2025 è già previsto il discarico automatico se non riscossi entro cinque anni.
- Analisi del Pregresso: Per il magazzino storico (affidato dal 2000 al 2024) è stata istituita una Commissione tecnica incaricata di individuare le soluzioni per lo sfoltimento.
La Proposta Ignorata: 408 Miliardi da Cancellare
I lavori svolti dalla Commissione presieduta da Roberto Benedetti hanno evidenziato che dei 1.272,90 miliardi di cartelle esistenti (al 31 gennaio 2025), ben 537,75 miliardi presentano un profilo di non riscuotibilità.
La conseguenza logica e pratica di questa analisi è stata la proposta di stralciare completamente 408 miliardi di crediti per liberare l’Agenzia da una gestione costosa e inutile.
Nonostante queste evidenze, la Legge di Bilancio 2026 ha scelto di non intervenire sulla radice del problema, limitandosi a introdurre la Rottamazione Quinquies, una misura di portata più ristretta.
Un percorso per fasi bloccato
Il decreto legislativo n. 110/2024 aveva delineato un calendario preciso per lo smaltimento dei debiti pregressi:
- Entro 31 dicembre 2025: Carichi affidati dal 2000 al 2010.
- Entro 31 dicembre 2027: Carichi affidati dal 2011 al 2017.
- Entro 31 dicembre 2031: Carichi affidati dal 2018 al 2024.
La mancata inclusione dello stralcio nella Manovra 2026 lascia il percorso di riforma della riscossione in una fase di incertezza, rimandando la soluzione definitiva del problema del magazzino.




