Comiso – “Il divertimento è una cosa seria”. È questo il claim scelto dall’associazione culturale La Girandola per la nuova stagione teatrale del Teatro Naselli di Comiso, in partenza a novembre. Una frase che racchiude la filosofia di una programmazione capace di unire leggerezza e riflessione, ricordando che ridere (e far ridere) è un atto culturale che richiede cura, impegno e consapevolezza. La stagione 2025-2026, che accompagnerà il pubblico da novembre ad aprile, è pensata come un viaggio nel teatro contemporaneo e classico, con protagonisti di grande calibro e spettacoli che emozioneranno divertendo. La campagna abbonamenti è aperta.
“Ogni stagione al Naselli nasce dal desiderio di creare comunità attorno al teatro, come luogo dove ritrovarsi e condividere — spiega Alessandro Di Salvo, presidente dell’associazione La Girandola — Abbonarsi significa compiere un gesto di fiducia e di amore, un modo concreto per sostenere una realtà che vive grazie alla passione del suo pubblico. Perché, davvero, il divertimento è una cosa seria”.
Il sipario si alza venerdì 28 novembre con il grande classico “Il malato immaginario” di Molière, per la regia di Salvo Ficarra, con Angelo Tosto e un cast corale che restituisce al celebre testo tutta la sua ironia e la sua attualità. Il 12 dicembre sarà la volta di “Quintetto”, ideato e interpretato da Marco Augusto Chenevier, artista pluripremiato che unisce teatro e danza in un’esplosione di comicità intelligente. Lo spettacolo, definito dal The Guardian “forse il più divertente dell’anno”, è un piccolo gioiello di ironia e riflessione sulla creazione artistica. Dopo le feste natalizie, il 2 gennaio, arriva “Il padre della sposa”, diretto da Giampaolo Romania con Gino Astorina ed Eduardo Saitta. Una commedia brillante che racconta con ritmo e umorismo gli imprevisti di una famiglia in pieno fermento nuziale.
Il 30 gennaio il palcoscenico ospita “Minchia signor tenente”, scritto, diretto e interpretato da Antonio Grosso. Una storia che parla di mafia con toni ironici e originali, in cui la risata diventa strumento di riflessione e denuncia. Sabato 7 febbraio spazio al teatro classico con “I Cavalieri” di Aristofane, nell’adattamento e regia di Cinzia Maccagnano, anche in scena insieme ad altri interpreti. Una satira antica e attualissima, che smaschera il potere con sarcasmo e intelligenza. Il 19 febbraio va in scena “Le volpi” di Lucia Franchi e Luca Ricci, che ne cura anche la regia. Con Giorgio Colangeli, Manuela Mandracchia e Federica Ombrato, lo spettacolo è un raffinato gioco di maschere e compromessi, dove, davanti a un vassoio di biscotti vegani, si consumano ironicamente dinamiche di potere e opportunismo. Il 20 marzo tocca alla commedia “Ti posso spiegare” di Michele La Ginestra e Adriano Bennicelli, diretta da Roberto Marafante e interpretato dallo stesso La Ginestra con Beatrice Fazi e Manuela Zero. Un intreccio di equivoci e situazioni esilaranti che promette grandi risate. A chiudere la stagione, sabato 11 aprile, “L’alba del terzo millennio” di Pietro De Silva, con Emanuele Puglia e Cosimo Coltraro, diretti da Federico Magnano San Lio. Una commedia dal sapore surreale che, tra ironia e introspezione, racconta due “ladroni” contemporanei appesi a una croce in attesa di una processione che tarda ad arrivare.




