La Ragioneria di Stato ha bollinato la Legge di Bilancio 2026, confermando l’assetto della Rottamazione quinquies. La sanatoria, che include le cartelle esattoriali iscritte a ruolo tra il 1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023 per imposte e contributi non versati, mantiene il piano di rientro in un massimo di 54 rate bimestrali (9 anni) o in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2026.
La misura si mantiene rigida nell’esclusione degli evasori fiscali (non sono ammesse cartelle emesse a seguito di accertamento), ma presenta un potenziale punto debole nelle norme sulla decadenza.
Rottamazione quinquies: la criticità nascosta nelle regole di decadenza
La nuova rottamazione prevede che la decadenza dal beneficio si verifichi in tre casi specifici:
Mancato pagamento della prima rata.
Mancato pagamento dell’ultima rata.
Mancato pagamento di due rate anche non consecutive.
La falla normativa risiede nel fatto che non si decade in tutti gli altri casi, aprendo la porta a meccanismi di elusione per i contribuenti più “astuti”, specialmente in presenza di rateazioni brevi.
Il Meccanismo per “Pagare Meno”
Il bug normativo può essere sfruttato nel seguente modo:
Esempio (3 Rate): Ipotizzando un debito rateizzato in sole tre rate, il contribuente potrebbe intenzionalmente pagare la prima, saltare la seconda e pagare la terza.
Conseguenza: Avendo saltato una sola rata (la seconda), il contribuente non incorre nella decadenza (che scatta solo dopo due rate o in caso di omissione della prima/ultima).
Vantaggio Elusivo: In questo scenario, il contribuente si libera del debito (e delle relative azioni esecutive) pagando un terzo in meno dell’importo dovuto.
La rata non pagata, sebbene non porti alla decadenza dalla sanatoria, tecnicamente rientrerebbe nel magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossioni. Tuttavia, questa debolezza compromette l’efficacia della definizione agevolata e può essere sfruttata in tutte le dilazioni brevi che permettono di omettere il versamento di una rata senza far scattare la sanzione della decadenza.
L’introduzione di una rata minima non inferiore a 100 euro era stata pensata come norma anti-furbetti, ma il vulnus sulla decadenza richiederebbe urgenti modifiche e integrazioni al testo bollinato, in vista dell’approvazione finale della Manovra.