Mentre il governo prepara la prossima Legge di Bilancio, torna al centro del dibattito la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. Il vicepremier Matteo Salvini ha rilanciato una proposta che potrebbe cambiare le carte in tavola: estendere la sanatoria anche a chi in passato ha già aderito a precedenti rottamazioni. La linea del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, però, rimane prudente e selettiva.
Le posizioni a confronto
Salvini, da un lato, punta a dare una nuova chance ai contribuenti che, pur avendo presentato le dichiarazioni, non sono riusciti a saldare i debiti. “Se salti due o tre rate, vuol dire che mi stai prendendo in giro”, ha specificato, chiarendo che l’obiettivo non sono gli evasori totali, ma chi è in oggettiva difficoltà. Giorgetti, dall’altro, mantiene una posizione più cauta. La sua linea è quella di un approccio “selettivo”, con criteri stringenti per garantire la sostenibilità dei conti pubblici e concentrare gli aiuti solo su chi ne ha realmente bisogno.
Le ipotesi sul tavolo
Le discussioni in corso stanno delineando i possibili parametri della misura:
Ambito temporale: le cartelle più recenti potrebbero essere incluse, con un periodo ben definito.
Sanzioni e interessi: l’obiettivo è una riduzione o un azzeramento di queste voci, con l’obbligo di saldare integralmente il capitale.
Rateizzazione: si pensa a un piano di pagamento pluriennale per alleggerire il carico sui contribuenti, ma con tolleranza limitata in caso di mancati pagamenti.
I dubbi e la posta in gioco
L’introduzione di una nuova rottamazione solleva interrogativi importanti sull’equità e la sostenibilità. Se da un lato la misura promette di incassare risorse e ridurre il “magazzino” dei crediti inesigibili, dall’altro si rischia di penalizzare chi ha pagato regolarmente e di incentivare nuovi ritardi.
La chiave di un possibile accordo, secondo gli analisti, sta in una rottamazione mirata: inclusiva verso chi dimostra una reale volontà di mettersi in regola e rigida verso i debitori seriali. Solo con criteri chiari, verifiche efficaci e trasparenza si potrà evitare che la misura diventi un “pronto soccorso permanente” per il fisco.