La parola “rottamazione” torna a scuotere il mondo dei contribuenti italiani. Dopo il successo, e le relative criticità, delle edizioni precedenti, si fanno sempre più insistenti le voci sulla Rottamazione Quinquies, che potrebbe rappresentare l’ultima grande occasione di pace fiscale con l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Sebbene non ci sia ancora un testo ufficiale, le indiscrezioni sui tavoli tecnici indicano novità significative: dalla possibilità di saltare più rate, a un anticipo obbligatorio per l’adesione, fino a un saldo e stralcio per i debiti più bassi.
Le ipotesi più accreditate
La Rottamazione Quinquies, la quinta versione della sanatoria, ha lo scopo di permettere a famiglie e imprese di saldare i propri debiti fiscali e contributivi, con riduzioni su sanzioni e interessi. Le principali novità di cui si discute sono:
- Tolleranza maggiore: la possibilità di saltare fino a 8 rate senza perdere il beneficio, un’ampia flessibilità rispetto alle attuali 2 rate.
- Anticipo obbligatorio: si parla di un versamento iniziale, che potrebbe variare tra il 10% e il 20% del debito, per scoraggiare le adesioni speculative.
- Saldo e stralcio per i debiti minori: cancellazione di sanzioni e interessi per i debiti inferiori a 5.000 €.
- Piano decennale: una rateizzazione fino a 120 rate (10 anni) per rendere il pagamento più sostenibile.
- Esclusione dei “rottamatori seriali”: chi ha già aderito alle precedenti sanatorie senza rispettare i pagamenti potrebbe non avere accesso alla nuova misura.
Le barriere d’ingresso e il rischio di esclusione
Una delle novità più dibattute è l’anticipo obbligatorio. Se da un lato l’obiettivo è garantire un gettito immediato allo Stato, dall’altro questa misura potrebbe diventare un ostacolo per chi, pur potendo pagare a rate, non dispone della liquidità iniziale. Per esempio, un debitore con 50.000 € di cartelle dovrebbe versare subito almeno 5.000 € per accedere alla sanatoria.
L’ipotesi che sta creando maggiore preoccupazione è l’esclusione dei cosiddetti “rottamatori seriali”, che hanno già usufruito delle agevolazioni in passato senza rispettare i pagamenti. Questa scelta, se confermata, premerebbe la “buona fede” dei contribuenti, ma lascerebbe fuori una fetta consistente di persone in difficoltà.
Inoltre, come già accaduto in passato, rimarranno esclusi i debiti derivanti da sentenze penali, da recupero di aiuti di Stato illegittimi e i contributi previdenziali non versati dal datore di lavoro.
Quando la rottamazione non basta
È fondamentale considerare che la rottamazione potrebbe non essere sufficiente per chi ha debiti non solo con il Fisco, ma anche con banche e finanziarie. In questi casi, la soluzione più efficace e risolutiva è la procedura di sovraindebitamento, che permette di gestire in modo complessivo tutti i debiti con la supervisione del Tribunale.
L’arrivo di queste nuove regole rappresenta un’opportunità, ma anche una sfida per i contribuenti. In attesa di un testo ufficiale, è fondamentale capire bene le proprie condizioni per prepararsi al meglio.