Ragusa – I devoti sono in trepida attesa. Per assistere all’unica festa di San Giuseppe che, almeno in provincia di Ragusa, viene ripetuta due volte nel corso dell’anno. Una tradizione particolare che testimonia l’entusiasmo e l’attaccamento della comunità dei fedeli nei confronti del patriarca. Oltre ai solenni festeggiamenti che si tengono nel tradizionale periodo di marzo, infatti, a Giarratana è usuale celebrare San Giuseppe anche alla fine dell’estate. E quindi da oggi, 6 settembre prenderanno, il via gli appuntamenti religiosi e ricreativi che si concluderanno domenica 14.
Questa volta, poi, una novità: con l’arrivo del nuovo parroco, il sacerdote Franco Ottone, coadiuvato dal vicario, il sacerdote Johns Avuppadan. Il simulacro di San Giuseppe, custodito in chiesa Madre, sarà al centro di uno speciale rito già nella giornata di oggi quando i portatori e il comitato dei festeggiamenti animeranno la “Scinnuta”. Alle 18, intanto, lo sparo di 21 colpi a cannone e il suono delle campane annunceranno l’apertura dei festeggiamenti. Contestualmente, in chiesa, ci sarà la celebrazione eucaristica delle 18,30. Al termine, la discesa del simulacro del patriarca San Giuseppe dalla cappella dell’altare maggiore. Sarà un modo per affidare la comunità giarratanese alla speciale protezione del patrono della Chiesa universale. Domenica alle 11 la santa messa celebrata da don Johns Avuppadan mentre alle 19 la celebrazione eucaristica sarà presieduta da don Joseph Muamba Bulobo. Quest’ultima santa messa sarà tenuta in suffragio di don Marco Fiore. Lunedì, alle 19, la santa messa sarà presieduta dal novello sacerdote Alessio Leggio.
“Con gioia e gratitudine, mi rivolgo a voi per la prima volta in occasione della festa di San Giuseppe, custode della nostra città – sottolinea don Ottone nel messaggio ai fedeli – E’ per me una grande emozione potere vivere insieme con voi questo momento di fede e di comunione, accompagnato da padre Johns, con cui condivido il servizio pastorale in mezzo a voi. In questo anno giubilare, che è anche l’anno della speranza, invochiamo San Giuseppe come segno luminoso di fiducia e custode della presenza di Gesù nelle nostre vite. Egli, padre putativo di Gesù, continui ad essere per noi un modello di fede, di silenziosa operosità e di amore fedele. A lui affidiamo il nostro cammino di comunità: le nostre sofferenze, le nostre speranze, le nostre gioie. Vi invito a vivere questa festa non solo come un evento religioso, ma come la festa della città intera, occasione di unità e di serenità. Non permettiamo al maligno di turbare la nostra gioia con pensieri di divisione o con il peso delle cose passate: il Signore ha fatto nuove tutte le cose”.