Il governo italiano ha dato il via libera alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina: un investimento da 13 miliardi e mezzo di euro. Un’opera mastodontica che dovrebbe essere completata entro il 2033. Nei giorni in cui si annuncia l’avvio degli espropri necessari per aprire i cantieri, esplode la protesta di chi è contrario alla costruzione del ponte.
“Una protesta di irresponsabili – afferma Giovanni Leonardo Damigella, industriale siciliano del settore dei marmi –. Chi si oppone alla realizzazione del ponte è un traditore dell’Italia, in particolare della Sicilia e della Calabria. Chi è contrario non vuole il bene del nostro Paese”.
Damigella ritiene che l’opera rappresenti un volano decisivo per lo sviluppo dell’isola. “Consentirà un collegamento rapido tra la Sicilia e il resto del Paese. Sarà il ponte sospeso ad unica campata più lungo al mondo. Un’opera straordinaria, unica, che porterà grandi vantaggi al turismo e all’economia. I turisti che verranno in Italia inseriranno Messina e Reggio Calabria tra le loro mete: tutti vorranno vedere un’opera come questa. È da criminali opporsi alla sua realizzazione: significa ostacolare lo sviluppo e il bene dell’Italia”.
Secondo l’imprenditore, gli scioperi sono privi di senso e le proteste dovrebbero piuttosto essere indirizzate altrove. “Lo sciopero dovrà essere fatto per chiedere alle amministrazioni locali di modificare e adeguare i piani regolatori. Verranno migliaia di turisti che avranno bisogno di alberghi e ristoranti. Molti vorranno vivere l’emozione di attraversare il ponte a piedi”.
A chi obietta che in Sicilia e nel Meridione mancano strade e infrastrutture adeguate, Damigella replica: “Non dobbiamo continuare a chiederci se sia nato prima l’uovo o la gallina. Non è vero che le strade non ci sono: esistono, ma andranno senz’altro migliorate. Con la realizzazione del ponte verranno inevitabilmente potenziate anche le infrastrutture stradali. Ne beneficerà l’intero sistema produttivo italiano. Si creeranno 100.000 posti di lavoro e il ritorno economico sarà mille volte superiore all’investimento iniziale. Il PIL italiano crescerà e aumenterà la ricchezza della Sicilia. Chi oggi protesta, in realtà, non vuole il bene del Paese. Il ponte porterà sviluppo, prosperità e, certamente, anche strade migliori”.