Ragusa – Un monito severo, ma lucido e costruttivo. Filippo Angelica, coordinatore cittadino di Italia Viva, interviene con decisione sullo stato del turismo a Ragusa, puntando il dito contro dati e politiche che, a suo avviso, fotografano una crisi profonda più che una semplice battuta d’arresto.
In questi giorni, sottolinea Angelica, le testimonianze di chi lavora “in trincea” nel settore turistico e commerciale hanno restituito un quadro allarmante: “Parlare di flessione è un eufemismo, siamo in piena crisi – afferma –. I dati sono chiari: si registra una diminuzione delle presenze turistiche che arriva fino al 30-40%. È una situazione che non può lasciarci indifferenti e che richiede interventi strutturali, non palliativi”. La crisi si riflette direttamente anche sul commercio, con esercenti che denunciano fino al 40% in meno di fatturato. “Chi lavora oggi fatica persino a coprire i costi, figuriamoci produrre profitto. Non si può più soprassedere di fronte a questa realtà”, dichiara Angelica senza mezzi termini.
Per il coordinatore di Italia Viva, la crisi affonda le radici in scelte politiche poco determinate e prive di una visione d’insieme. “Non avevamo grandi aspettative – spiega – perché era evidente da tempo che l’approccio dell’amministrazione Cassì al turismo non fosse né concreto né orientato ai reali bisogni del territorio e del settore culturale. I risultati degli ultimi sette anni lo dimostrano: l’osservatorio turistico non ha prodotto alcun risultato tangibile, mentre l’aeroporto di Comiso è stato completamente ignorato. Nessuna presa di posizione concreta da parte del sindaco o dell’amministrazione, nessuna iniziativa per valorizzare davvero uno snodo strategico per il turismo locale”. Angelica sottolinea come, senza un aeroporto funzionante e collegato, “fare turismo è come cercare un ago in un pagliaio”. E rincara: “In sette anni non si è fatto nulla per sostenere l’aeroporto di Comiso. Non parlo di battaglie ideologiche, ma di atti amministrativi concreti che avrebbero potuto promuovere e rilanciare lo scalo, invece il nulla assoluto”. Altro nodo cruciale è il disequilibrio tra le diverse aree della città. “Marina di Ragusa e Ibla sono più piene, il centro storico superiore resta deserto. Ma perché in sette anni non si è investito in infrastrutture per collegare meglio le due zone? Anche qui, risposte zero”.
Angelica critica anche le cosiddette “operazioni spot” della giunta Cassì, come il regolamento sui centri storici che ha visto uno stanziamento di 550.000 euro: “Dopo aver impegnato consiglieri e commissioni per così tanto tempo, i fondi andranno a ristorare solo 7-8 famiglie: troppo poco per incidere realmente. Inoltre, non è chiaro nemmeno quale sia l’ambito d’azione di queste misure”. Tra le grandi questioni assenti delle politiche locali, spicca infine la questione del teatro: “Il teatro poteva diventare il volano per la rinascita del centro storico. Si sarebbe potuto realizzare in un anno cercando risorse anche tramite un mutuo, invece è tutto fermo. Si parla di palazzo Tumino, ma nessun intervento concreto è stato avviato. Sul teatro si sarebbe potuta compiere una scelta differente, puntando ad esempio sul teatro di viale Tenente Lena. Proprio in questa zona, il declino di molte attività commerciali storiche nasce proprio dopo la chiusura del teatro, eppure non si è fatto nulla per invertire questa tendenza. Sempre in relazione al teatro, se non ci fosse l’iniziativa privata del Donnafugata a Ibla saremmo veramente ridotti non bene”.
In conclusione, Angelica lancia un appello: “Il turismo ha bisogno di atti seri e concreti, non di slogan o iniziative estemporanee. Occorre una visione strategica, capace di affrontare le vere esigenze di Ragusa e di rilanciare la città puntando su cultura, infrastrutture e investimenti mirati. Solo così i ragusani potranno tornare a vivere e a credere nel loro centro storico e solo così il turismo potrà rappresentare una occasione di speranza per la crescita del nostro territorio comunale”.