La celebre Dieta Mediterranea si rinnova, accogliendo le più recenti evidenze scientifiche per proporre un modello alimentare aggiornato e più salutare. La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), attraverso le sue Linee guida per una sana alimentazione del CREA e i LARN, ha presentato la nuova piramide alimentare, che mira a correggere abitudini, soprattutto tra i giovani, spesso distanti dal modello tradizionale.
Carni Rosse e lavorate: un consumo occasionale
Uno dei punti cardine della revisione riguarda le carni rosse e i salumi lavorati. Come sottolinea Francesco Sofi, membro del comitato scientifico SINU e docente di Scienza dell’Alimentazione all’Università di Firenze, “le piramidi devono adeguarsi alle evidenze scientifiche, e su alcuni alimenti i dati sono inequivocabili”. Il consumo di queste carni deve essere limitato e occasionale, con un occhio di riguardo agli insaccati. Nonostante le raccomandazioni, si riscontra un consumo elevato tra le giovani generazioni, che arrivano a introdurle anche 3-4 volte a settimana, tra panini, antipasti e farciture.
Carni Bianche: non più di due volte a settimana
Anche le carni di pollo e tacchino vengono ridimensionate nella nuova piramide. Non sono più considerate sullo stesso piano di pesce, formaggi magri e legumi. “Sono sempre proteine animali – spiega Sofi – e abbiamo meno dati su queste carni rispetto alle rosse. In ogni caso, anche le carni bianche contengono grassi e possibili contaminanti, quindi non suggeriamo di consumarle più di una o due volte a settimana“.
Formaggi: preferire i freschi, attenzione agli stagionati
La distinzione tra i formaggi è un’altra novità importante. Se nella vecchia piramide erano tutti equivalenti, ora i formaggi freschi e più magri (come ricotta, mozzarella, caprini) si posizionano alla base del consumo settimanale, mentre quelli stagionati sono relegati a un consumo più occasionale. “Se si mangiano formaggi tre volte a settimana, due devono essere freschi e uno stagionato, non il contrario”, chiarisce Laura Rossi, direttrice del reparto Alimenti, Nutrizione e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità. Il latte, inoltre, è stato separato dai formaggi e scende tra i prodotti da consumo quotidiano, insieme alla frutta a guscio.
Le Patate: non sono verdure, consumo moderato
Le patate, molto apprezzate dai giovani, vengono ricollocate: non vanno consumate quotidianamente come fossero verdure e non sostituiscono pasta o pane, avendo un indice glicemico più alto. “Tradizionalmente venivano posizionate con i cereali ma era un errore,” spiega Rossi. “Non è un prodotto da tutti i giorni, sia per le modalità di consumo, spesso fritte, sia perché non devono essere confuse con le verdure. È corretto che stiano in alto con uova, pollame e formaggi stagionati”.
Alcol: l’appello all’eliminazione o alla massima moderazione
Un’altra decisione significativa riguarda l’alcol. Sebbene il vino sia parte della cultura mediterranea, le nuove linee guida adottano le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dello IARC: “meno è meglio”. “C’è stata una discussione molto vivace tra di noi – racconta Sofi – perché gli studi sono chiari, soprattutto in ambito oncologico l’alcol è un fattore di rischio, senza alcun limite di soglia“.
Dato l’aumento dei consumi abituali e non contenuti tra i giovani, la SINU ha ritenuto fondamentale inviare un messaggio chiaro. “Il vino resta una componente della nostra storia e della cultura tradizionale mediterranea, ma non è consigliato né raccomandato“, conclude Sofi. Un consumo moderato e occasionale, durante i pasti, fa parte della tradizione, ma è dovere degli esperti mettere in guardia sui rischi. Questa revisione della Dieta Mediterranea rappresenta un passo importante verso abitudini alimentari più consapevoli e salutari, in linea con le ultime scoperte scientifiche.