Sono in corso i lavori per la Manovra di Bilancio 2026, che, secondo le prime indiscrezioni, si concentrerà su alcune misure chiave. Tra queste, spiccano la riduzione dell’Irpef e dell’Ires, l’introduzione della “Rottamazione Quinquies”, la revisione del regime forfettario e la detassazione dei buoni pasto.
Taglio dell’Irpef: risparmi per il ceto medio
Uno dei punti centrali del dibattito è il taglio dell’Irpef, fortemente voluto da Forza Italia. L’obiettivo è alleggerire il carico fiscale sul ceto medio, considerato a rischio di impoverimento. L’ipotesi più accreditata, data l’impossibilità di introdurre subito la flat tax per motivi di risorse, è una duplice modifica:
Riduzione dell’aliquota del secondo scaglione, che passerebbe dall’attuale 35% al 33%.
Ampliamento della platea che beneficia del secondo scaglione, portando la soglia di reddito da 50.000 a 60.000 euro.
Le prime simulazioni indicano che questo intervento potrebbe portare a un risparmio massimo di 1.400 euro per chi ha un reddito lordo di 60.000 euro. Il risparmio, ovviamente, aumenterebbe in base al reddito, con un risparmio di circa 40 euro per un reddito di 30.000 euro e di 200 euro per un reddito di 45.000 euro.
Rottamazione Quinquies: più rate e anticipo mirato
La Lega spinge per l’introduzione di una nuova misura di pace fiscale, la “Rottamazione Quinquies”, per le cartelle esattoriali emesse a partire dal 2000. Le novità principali riguarderebbero i pagamenti:
Possibilità di rateizzare il debito in un massimo di 120 rate mensili, rendendo le rate più leggere.
Eliminazione della decadenza immediata in caso di mancato pagamento di una singola rata.
Inoltre, si ipotizza una “fee” iniziale, un anticipo pari al 5% dell’importo totale, che dovrebbe essere versato solo per le cartelle superiori a 50.000 euro per garantire liquidità immediata allo Stato. Si sta valutando anche l’introduzione del saldo e stralcio per le cartelle di importo inferiore, con l’obiettivo di snellire il “magazzino” dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.