Vittoria – In merito alla seduta del Consiglio Comunale del 24 luglio sull’emergenza idrica, è necessario fare chiarezza, soprattutto dopo le dichiarazioni della Presidente del Consiglio e da alcuni Consiglieri comunali. Il Comune di Vittoria ha cercato e continua a cercare nuove risorse idriche per rispondere ai bisogni della città. Dopo aver individuato e messo a disposizione l’acqua del pozzo Castellazzo, e dopo aver realizzato a proprie spese la condotta per portarla alla centrale di sollevamento, il Comune ha chiesto a Siciliacque di procedere al vettoriamento, cioè al trasporto dell’acqua verso la rete.
Per tutta risposta, Siciliacque ha risposto sì, ma a una condizione: revocare la convenzione firmata nel 2010 -ancora pienamente valida- e firmarne una nuova, con effetto retroattivo e con costi molto più alti per il Comune, cioè più soldi da pagare da parte dei cittadini. Sono testuali parole della società: “La mancata risoluzione consensuale della Convenzione e/o mancata stipula della nuova convenzione di fornitura (…) determinerà il venir meno dell’obbligo di Siciliacque a eseguire l’attività di vettoriamento.” In altre parole: o accetti di pagare di più, anche il pregresso disciplinato da una Convenzione in vigore, oppure niente acqua.
Il Comune ha ritenuto questo comportamento inaccettabile, soprattutto in un momento di emergenza, e ha ribadito che la convenzione del 2010 è pienamente efficace e vincolante -come già confermato due volte dal Tribunale di Ragusa-.
Nonostante tutto, e solo per senso di responsabilità verso la cittadinanza, l’Amministrazione aveva accettato, in via temporanea e limitata, di procedere al vettoriamento al nuovo prezzo proposto da Siciliacque, senza però rinunciare ai diritti dell’Ente. Ma neanche questa apertura è servita: Siciliacque ha comunque rifiutato.
Nel frattempo, a tutela della popolazione, il Sindaco ha firmato un’ordinanza urgente per imporre l’immediato vettoriamento delle acque del pozzo Castellazzo. Per dirimere la questione, su richiesta del Sindaco, il 23 luglio, a Palermo, si è tenuto un incontro presso l’Assessorato Regionale, durante il quale è stato raggiunto un accordo per sbloccare finalmente la situazione.
Ecco perché il Comune ha ritenuto non solo inopportuna, ma anche imbarazzante e impropria la partecipazione di Siciliacque alla seduta del Consiglio Comunale del 24 luglio: Siciliacque era (ed è) una controparte in giudizio, destinataria di un’ordinanza, e autrice di un rifiuto oggettivamente grave. Ciononostante, il Sindaco aveva comunque delegato ufficialmente il Vicesindaco per rappresentare l’Amministrazione e dare continuità al confronto.
La Presidente del Consiglio ha scelto ugualmente di rinviare la seduta, sostenendo che senza il Sindaco non si potesse discutere il punto. È evidente che si è voluto creare uno scontro che nulla ha a che fare con l’interesse dei cittadini. Il Comune ha agito con serietà e determinazione, senza alimentare polemiche. Ha lavorato -e continuerà a farlo- per garantire a Vittoria e a Scoglitti il diritto all’acqua, senza ricatti né forzature.