Ultimi giorni per non perdere gli arretrati dell’Assegno Unico Universale per i figli a carico, c’è tempo solo fino al 30 giugno per aggiornare l’ISEE. Le famiglie che non hanno ancora provveduto a presentare il nuovo Indicatore della Situazione Economica Equivalente, e che di conseguenza da marzo stanno ricevendo l’importo minimo di 57,50 euro per ogni figlio minorenne, rischiano di dire addio a somme significative, che possono superare i 600 euro per figlio.
L’Assegno Unico, lo ricordiamo, è una prestazione erogata d’ufficio dall’INPS per chi ha già una domanda “accolta”. Tuttavia, il suo valore è strettamente commisurato all’ISEE familiare. Senza un aggiornamento, l’importo cala automaticamente al minimo, indipendentemente dal reddito reale della famiglia. Ad esempio, la cifra massima di 199 euro per figlio viene corrisposta con un ISEE pari o inferiore a 17.090 euro, mentre si riduce ai già citati 57,50 euro per ISEE superiori a 45.574 euro.
Come aggiornare l’ISEE per non perdere i benefici
Per recuperare le somme non percepite tra marzo e giugno, è fondamentale presentare il nuovo ISEE, basato sui dati dell’anno d’imposta 2023, entro la scadenza del 30 giugno. Il rinnovo dell’ISEE può essere effettuato in due modi:
Presso un CAF (Centro di Assistenza Fiscale): è l’opzione più comune per ricevere assistenza nella compilazione.
In autonomia tramite il sito INPS: accedendo con SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi), è possibile compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), il documento che contiene tutte le informazioni anagrafiche, reddituali e patrimoniali del nucleo familiare.
Cosa succede dopo la scadenza del 30 Giugno?
Chi aggiornerà l’ISEE dopo il 30 giugno riceverà l’importo corretto dell’Assegno Unico a partire dal mese successivo alla presentazione, ma dovrà purtroppo rinunciare agli arretrati. Questa perdita può essere considerevole: l’INPS ha comunicato che l’importo medio riconosciuto a marzo tramite l’AUU, comprese le maggiorazioni, si attestava sui 165 euro per figlio. Ciò significa che, per ogni mese di ritardo, una famiglia potrebbe perdere fino a oltre 100 euro per figlio (165€ – 57.50€ = 107.50€), moltiplicato per i quattro mesi (marzo, aprile, maggio, giugno) si superano i 400 euro, a cui si sommano le maggiorazioni e si arriva ai 600.
Un investimento da quasi 60 miliardi
L’Assegno Unico Universale rappresenta un impegno economico significativo per lo Stato italiano. Nei primi tre mesi del 2025, sono stati erogati alle famiglie assegni per 4,9 miliardi di euro. Questi si aggiungono ai 19,8 miliardi del 2024, ai 18,2 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi del 2022, portando la spesa complessiva dall’introduzione della prestazione (marzo 2022) a quasi 60 miliardi di euro.
L’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio statistico sull’AUU, pubblicato dall’INPS a maggio, evidenzia che nel 2025 oltre 6 milioni di nuclei familiari (6.046.487 per la precisione) hanno ricevuto l’assegno, per un totale di 9.560.995 figli a carico. L’importo medio per figlio a marzo di quest’anno, comprensivo delle maggiorazioni applicabili, oscillava tra i 57 euro per chi non aveva presentato l’ISEE o superava la soglia massima (pari a 45.939,56 euro per il 2025) e i 225 euro per la classe di ISEE minima.