Ragusa – È stata, in questi due mesi estivi, prima la piazza di un paese siciliano degli anni 30 in una storia di apparenze da salvare poi un cupo castello shakespeariano dove si snoda una visionaria tragedia sul potere. Diventa ora un campiello veneziano settecentesco “brulicante di vita, voci e segreti”. Protagonista di queste trasformazioni la scalinata del Castello di Donnafugata. Autori delle mirabolanti mutazioni non potevano che essere Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso, direttori artistici ma soprattutto anima e sangue della compagnia teatrale ragusana Godot. Che in questa quindicesima edizione di Palchi Diversi Estate, dopo ‘A birritta cu i ciancianeddi’ di Luigi Pirandello e il Macbeth di Shakespeare, chiudono in bellezza con ‘La bottega del caffè ‘ di Carlo Goldoni, in scena dal 20 al 24 agosto alle 21, sulla scalinata, appunto, del magnifico quattrocentesco maniero immerso nella campagna ragusana. La maestosa scalinata del Castello di Donnafugata cambierà ancora volto, trasformandosi in un colorato campiello: una piazzetta vivace su cui si affacciano un caffè, una locanda, una casa da gioco, la bottega del barbiere e l’abitazione di una ballerina.
“Con questa nuova produzione – dichiarano i direttori artistici Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso – chiudiamo una edizione di grande partecipazione. “La bottega del caffè” è una delle commedie più rappresentative di Goldoni, un testo che rivela tutta la sua straordinaria capacità di ritrarre l’umanità nei suoi chiaroscuri. Il nostro intento è restituire al pubblico la sorprendente modernità di questo autore che, con leggerezza e intelligenza, continua ancora oggi a parlare al presente”.
Un ritratto corale, brillante, divertente e pungente della società del Settecento, portato in scena da un cast numeroso e affiatato, guidato da Vittorio Bonaccorso e Federica Bisegna, con la partecipazione speciale di Stefano De Santis e con Alessio Barone, Benedetta D’Amato, Federica Guglielmino, Alessandra Lelii, Roberto Palomba, Lorenzo Pluchino, Mario Predoana, Mattia Zecchin, Andrea Lauretta, Santina Ottaviano, Irina Goschenko, Evelina Giacchi, Anna Nobile e Amelia Gurrieri.
Ogni personaggio incarna una sfumatura dell’animo umano, tra virtù e ipocrisie, redenzione e inganno. Goldoni non mette a confronto classi sociali, ma modelli morali contrapposti: figure ambigue, tragicomiche e straordinariamente vive. Su tutte troneggia il vero fulcro della commedia: Don Marzio, il pettegolo per eccellenza, protagonista grottesco ma irresistibile, simbolo di una società che vive di maldicenze e apparenze, ignaro dei propri stessi limiti, che sarà interpretato da un magistrale Vittorio Bonaccorso.
La regia e la scenografia sono firmate da Vittorio Bonaccorso, mentre i costumi e l’adattamento del testo sono curati da Federica Bisegna. (daniele distefano)