Il governo sta preparando la nuova Rottamazione Quinquies, una misura di pace fiscale che si annuncia rivoluzionaria. La novità più importante riguarda l’introduzione di una stretta per escludere chi ha aderito alle precedenti sanatorie senza mai saldare il debito. L’obiettivo è duplice: recuperare i 48 miliardi di euro andati persi con le edizioni passate e offrire un’opportunità reale solo ai contribuenti in vera difficoltà.
La decisione nasce da un’analisi impietosa dei dati della Corte dei Conti e dell’Agenzia delle Entrate, che ha mostrato come un’alta percentuale di aderenti abbia usato le rottamazioni passate solo per ottenere una tregua temporanea dalla riscossione.
Chi sono i “rottamatori seriali”
Nel mirino del governo c’è una categoria di contribuenti che ha sfruttato le sanatorie in modo strumentale. Questi soggetti presentano la domanda, pagano una o due rate per sospendere le misure cautelari (come fermi auto o pignoramenti), e poi smettono di versare. La Corte dei Conti ha certificato che circa il 60% delle adesioni alle vecchie rottamazioni sono decadute, un dato allarmante che ha portato il governo a cambiare approccio.
Le novità della Rottamazione Quinquies
Il nuovo progetto, promosso in un disegno di legge dalla Lega, punta a essere un vero e proprio piano di rientro dal debito. Tra le novità principali ci sono:
- Maxi-rateizzazione: la possibilità di saldare i debiti accumulati tra il 2000 e il 2023 in un arco di tempo fino a dieci anni, con un massimo di 120 rate mensili.
- Decadenza flessibile: a differenza delle rottamazioni passate, la decadenza scatterà solo dopo il mancato pagamento di otto rate, anche non consecutive.
Questo modello, pur mantenendo i vantaggi dello sconto su sanzioni e interessi, si avvicina a una rateizzazione ordinaria, offrendo maggiore flessibilità ai contribuenti onesti.
Come saranno esclusi i “furbetti”
Il cuore della riforma è proprio il meccanismo di selezione all’ingresso. L’idea è quella di sbarrare la strada a chi ha già aderito a una delle quattro rottamazioni precedenti senza portare a termine i pagamenti. L’obiettivo è fermare il ciclo vizioso che ha ingolfato il magazzino della riscossione e premiare la lealtà e la volontà di saldare il proprio debito con lo Stato.
I dati forniti dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione confermano la gravità del problema: il 60% dei debitori ha pendenze che risalgono ad almeno 10 annualità diverse, e oltre il 77% dei contribuenti che ricevono una cartella ne aveva già avute negli ultimi tre anni. Questi numeri evidenziano l’urgenza di una stretta che sia in grado di distinguere tra chi è in reale difficoltà e chi, invece, ha usato le sanatorie in modo opportunistico.