L’epidemia globale di obesità, che oggi colpisce una persona su otto nel mondo con tassi raddoppiati negli ultimi 35 anni tra gli adulti, è un problema di salute pubblica di crescente preoccupazione. Tradizionalmente, lo squilibrio tra calorie assunte e quelle bruciate viene attribuito sia a un’alimentazione scorretta che a una vita sedentaria. Ma quale fattore incide di più? Una nuova ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences suggerisce che la dieta sbagliata ha un ruolo preponderante rispetto alla mancanza di movimento.
Il ruolo del cibo: più importante del calo energetico
Un team di scienziati della Duke University di Durham (Stati Uniti) ha analizzato il dispendio energetico in diverse popolazioni, scoprendo che, sebbene nelle società industrializzate si brucino meno calorie, questa riduzione non è sufficiente a giustificare l’impressionante aumento dell’obesità. Basti pensare che solo in Italia, quattro adulti su dieci sono obesi o in sovrappeso. La conclusione degli esperti è che l’obesità sia maggiormente correlata alle scelte alimentari e al consumo di cibi eccessivamente calorici.
Come è stato condotto lo studio
Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno estratto dati sul dispendio energetico da un vasto database, includendo migliaia di persone provenienti da 34 popolazioni con diversi livelli di sviluppo economico e stili di vita. Il dispendio energetico è stato calcolato utilizzando il sofisticato metodo dell’acqua doppiamente marcata. Questo approccio consente di stimare l’energia bruciata misurando la trasformazione di isotopi di idrogeno e ossigeno (introdotti tramite acqua potabile) in CO2 esalata e in eccesso di idrogeno pesante nelle urine.
Gli scienziati hanno poi distinto tra le calorie bruciate per funzioni basali (come respirare) e quelle legate all’attività fisica. Dopo aver aggiustato i parametri per età e dimensioni corporee, hanno confermato che nelle società economicamente più avanzate il dispendio energetico totale è inferiore. Ad esempio, una comunità rurale della Siberia, i Tuvan, brucia più calorie di una persona media negli Stati Uniti.
Il 90% del problema è nel piatto
Nonostante queste differenze, i ricercatori hanno evidenziato che le variazioni nel dispendio energetico tra società industrializzate e non industrializzate sono minime e spesso legate più a differenze nel metabolismo basale (ad esempio, una maggiore attività immunitaria nelle società rurali esposte a più patogeni) che all’attività fisica.
In sintesi, le differenze nel dispendio energetico spiegherebbero appena il 10% della correlazione tra obesità e sviluppo economico. Il restante 90% deve quindi dipendere dall’alimentazione.
Quali cibi sono i maggiori responsabili?
Sebbene lo studio non abbia raccolto dati specifici sulla dieta dei partecipanti, emerge la forte correlazione tra l’eccesso di grasso corporeo e il consumo di alimenti ultraprocessati, eccessivamente ricchi di calorie.
Gli autori della ricerca hanno tuttavia precisato che i loro risultati non intendono in alcun modo sminuire l’importanza dell’attività fisica, che rimane fondamentale per la salute generale e per il controllo del peso corporeo.
Alcune critiche alla metodologia dello studio hanno riguardato l’inclusione di un numero limitato di persone provenienti da società rurali o di cacciatori-raccoglitori e un’assunzione piuttosto arbitraria nell’estrapolazione dell’energia spesa per le funzioni metaboliche di base. Nonostante ciò, la ricerca rafforza la crescente consapevolezza che la lotta all’obesità deve passare innanzitutto attraverso scelte alimentari più consapevoli e sane.