Il conto alla rovescia è iniziato per migliaia di famiglie italiane: il 30 giugno è la data limite per presentare l’ISEE 2025 e garantirsi gli arretrati dell’Assegno Unico Universale. Chi non si adeguerà entro questa scadenza perderà le somme spettanti a partire dalla mensilità di marzo, ricevendo solo l’importo minimo.
Perché l’ISEE è cruciale per l’assegno unico
La normativa è chiara: sebbene l’erogazione dell’Assegno Unico prosegua automaticamente anche senza una domanda annuale, l’ISEE va rinnovato ogni anno per ottenere un importo personalizzato. Senza l’aggiornamento, l’INPS liquida solo la cifra base di 57,5 euro mensili a figlio. Con un ISEE aggiornato, invece, il contributo può superare i 200 euro a figlio per i redditi più bassi. Non adeguarsi significa rinunciare a importi significativamente più elevati, calcolati sulla base della reale situazione economica familiare.
Chi rischia di perdere gli arretrati?
Il termine del 30 giugno riguarda in particolare le famiglie che non hanno ancora presentato la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) nel 2025. Negli scorsi mesi, chi ha mancato il rinnovo ha ricevuto l’importo minimo, ma ha ancora pochi giorni per ottenere, tramite conguaglio, le somme aggiuntive spettanti da marzo in poi.
Dopo questa data, sarà comunque possibile aggiornare l’ISEE, ma gli importi adeguati scatteranno solo dalla mensilità successiva, senza alcun rimborso retroattivo. La misura coinvolge tutti i nuclei con figli minorenni, under 21 a carico, o figli disabili senza limiti d’età.
Come e quando aggiornare l’ISEE per non perdere gli arretrati
Il termine ufficiale per l’aggiornamento dell’ISEE 2025 era il 28 febbraio. Tuttavia, per chi è in ritardo, è fondamentale aggiornare la DSU entro il 30 giugno per ottenere il ricalcolo dell’assegno e ricevere gli arretrati a partire da marzo.
Per ottenere una nuova DSU aggiornata, la via più semplice è rivolgersi a un patronato o un CAF. L’INPS ha ribadito che non è necessaria una nuova domanda di Assegno Unico, ma è obbligatorio comunicare eventuali variazioni nella composizione del nucleo familiare.
La Riforma dell’ISEE e l’Impatto dei Titoli di Stato
Questa corsa all’aggiornamento si intreccia con un’importante novità: la riforma del calcolo ISEE, in vigore da aprile, che esclude dal patrimonio mobiliare i titoli di Stato fino a 50.000 euro. Questa modifica, introdotta per incentivare il risparmio in strumenti pubblici, ha spinto molte famiglie a ricalcolare il proprio indicatore.
L’INPS ha registrato un’impennata nelle DSU, con oltre 75.000 richieste al giorno solo ad aprile 2025, un aumento del 60% rispetto all’anno precedente. Anche i CAF confermano il trend, parlando di un incremento trainato dalle “DSU ripetute”, ovvero coloro che hanno rifatto il calcolo per sfruttare la nuova regola.
Un Impatto Reale, ma Non per Tutti Allo Stesso Modo
Nonostante il picco di richieste, l’effetto pratico della riforma sull’importo dell’ISEE è stato più contenuto del previsto. I CAF Acli rilevano che solo il 17,4% di chi aveva già presentato la DSU prima del 3 aprile ha chiesto un ricalcolo, e in questi casi la differenza media sull’indicatore si è quasi annullata rispetto all’anno precedente.
A beneficiare maggiormente sarebbero i single: con 50.000 euro in BTP, l’ISEE 2025 di un single può scendere del 19%, mentre per una famiglia di cinque persone la riduzione è solo del 6%, poiché il beneficio si “diluisce” nella scala di equivalenza.