Comiso – “L’aeroporto di Comiso sta morendo, e ora chi ha contribuito attivamente alla sua agonia si presenta con lacrime di coccodrillo, tentando di scaricare ad altri responsabilità che invece ricadono interamente su anni di scelte politiche sciagurate della Regione e della governance SAC. Nel primo quadrimestre del 2025, lo scalo ha registrato appena 18.168 passeggeri: -31,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un tracollo senza precedenti, acuito dalla cancellazione delle rotte Aeroitalia”. E’ quanto si legge in una nota stampa a firma della la deputata regionale Stefania Campo e del gruppo territoriale del M5S di Comiso che riportiamo in toto di seguito.
“La fusione non ha portato investimenti, non ha portato sviluppo, – continua la nota stampa del M5S -non ha portato autonomia. Ha portato l’oblio e il disastro. E oggi, i partiti del Centrodestra che governano alla Regione, a fianco del presidente Renato Schifani, fingono indignazione e promettono rilanci che sanno di beffa. Eppure è proprio Schifani, tramite la rete di enti commissariati dalla Regione (a partire dalla Camera di Commercio e dall’Irsap), ad aver detenuto di fatto il controllo sulla SAC. È lui il dominus politico e unico dell’operazione. Schifani non può sfuggire alle proprie responsabilità, ormai è nudo.
Nel frattempo, e paradossalmente, mentre i cittadini si chiedono quale sarà il futuro dello scalo, il governo regionale avvia la privatizzazione senza senso, visto che Fontanarossa di anno in anno accumula guadagni e passeggeri, della SAC stessa. E, soprattutto, Schifani non solo spinge a tutta forza verso la privatizzazione, vedi pressing sul Commissario Belcuore della Camera di commercio del Sud-Est, ma lo fa senza alcuna garanzia vincolante nei confronti del destino di Comiso. Una cessione di maggioranza a soggetti privati, forse stranieri, senza piano industriale pubblico, senza clausole vincolanti per Comiso, senza alcun potere reale per gli enti locali, è un esproprio mascherato da rilancio. È un’operazione di potere, non di sviluppo.
Senza dimenticare che, in tempi non sospetti, avevamo chiesto ai vertici della SAC di poter accedere al Piano Industriale aggiornato dopo la fusione con SOACO, la società che gestiva l’aeroporto di Comiso. Si tratta di un documento di evidente interesse pubblico, necessario per comprendere le reali intenzioni e prospettive sulla gestione e sul futuro dell’infrastruttura. Ma, nonostante la richiesta fosse perfettamente fondata sulla normativa regionale e nazionale che tutela le prerogative dei deputati regionali, SAC rispose con due dinieghi, prima il 7 e poi il 26 giugno, adducendo motivazioni pretestuose fra cui il fatto che la SAC non sarebbe tenuta in alcun modo ad applicare la legge regionale sulla trasparenza.
A questo si aggiunge il ricorso all’art. 5-bis del D.lgs. 33/2013, come se il Piano Industriale fosse un segreto aziendale da proteggere, e non un documento di una società interamente partecipata e diretta dalla Camera di Commercio della Sicilia Orientale. Tutto ciò risultò profondamente inaccettabile perché non si può amministrare una società a capitale interamente pubblico e che opera su concessione statale, pretendendo al contempo l’opacità di una holding privata. E adesso? Adesso si moltiplicano le dichiarazioni di esponenti del centrodestra come la sindaca di Comiso Maria Rita Schembari, appena premiata presidente della provincia di Ragusa, o i rappresentanti nazionali, regionali e provinciali di Fratelli d’Italia, che denunciano lo stato di crisi dello scalo: ma dov’erano quando si consumava lo svuotamento di poteri, rotte e risorse? Dov’erano quando si firmavano accordi che avvantaggiavano solo Fontanarossa? Dov’erano quando si silenziava ogni voce che chiedeva una governance territoriale?
Oggi, di fronte all’evidenza del disastro, si rinvia ancora a tavoli e strategie. Ma è troppo tardi per le parole vuote. Servono atti concreti, ecco perché ribadiamo e rilanciamo con forza la proposta di una cabina di regia pubblica, trasparente e autonoma; un piano emergenziale regionale, che preveda infrastrutture, area cargo, nuove rotte, continuità territoriale e promozione turistica reale e, non per ultimo, il trasferimento della quota Irsap (del 12 per cento) al Libero consorzio comunale di Ragusa per ridare voce al territorio e per dare pari dignità alla provincia di Ragusa visto che tale percentuale di proprietà è già riservata alla Città metropolitana di Catania e al Libero consorzio comunale di Siracusa.
La Sicilia non può permettersi di svendere i propri aeroporti ai privati senza alcuna visione e senza alcuna salvaguardia delle proprie risorse fondamentali. E Comiso non può essere trattato come un’appendice inutile del “sistema catanese”, ma deve tornare ad essere considerato una porta strategica per la mobilità e lo sviluppo dell’intero Sud-Est. Chi ha contribuito all’affossamento dello scalo oggi piange lacrime di coccodrillo. Ma i cittadini non sono affatto stupidi o ingenui, hanno memoria. E adesso chiedono giustizia, verità e riscatto”.