Porti del Ragusano in crisi a causa dell’insabbiamento mentre dall’altra parte fioriscono progetti a difesa dei litorali attraverso la realizzazione di pennelli e barriere, peraltro espressamente vietati dal Piano Paesaggistico.
E se l’ex Provincia regionale si dice pronta a mettere a disposizione la draga (acquistata grazie a fondi europei 2007-2013, per contrastare l’insabbiamento del Porto di Donnalucata, ma mai utilizzata) evidenzia contemporaneamente che oltre ad adempiere ad una serie di prescrizioni tecniche e burocratiche per ottenere i permessi necessari per rendere operativa la draga e avviare i lavori, vi sono oneri finanziari per la movimentazione della stessa draga di cui l’ente non ha disponibilità. Insomma, secondo Legambiente provinciale “nella gestione della fascia costiera iblea, area di grande pregio che purtroppo ha vissuto e vive notevoli impatti ambientali, si evidenziano parecchie contraddizioni da parte degli enti istituzionali preposti”.
Contraddizioni che vengono messe sotto la lente di ingrandimento in una articolata nota a firma del gruppo di lavoro intercircoli per la salvaguardia della fascia costiera iblea di Legambiente Ragusa, Ispica, Modica e Scicli. In particolare l’associazione evidenzia l’operato dell’ex Provincia che mentre afferma la indisponibilità di fondi per mettere in funzione la draga anti insabbiamento dall’altra “si è invece resa disponibile, insieme ai comuni di Acate e Vittoria, a contribuire alle spese (circa settantamila euro!) necessarie per poter accedere ai finanziamenti europei per il completamento di un progetto che, sotto le motivazioni della “salvaguardia ambientale” della fascia costiera, propone un altro intervento di artificializzazione delle nostre spiagge.
Il progetto in questione “Ricostruzione della spiaggia compresa tra la foce del fiume Acate-Dirillo e la Punta Zafaglione” interesserà tratti del litorale ricadenti nei comuni di Acate e Vittoria. In particolare tra gli interventi è prevista la realizzazione di 25 pennelli in due tratti di litorale tra Punta Zafaglione e Marina di Acate. Come è ben noto, le sabbie lungo la costa sono in costante movimento, quindi la costruzione di opere rigide, quali i pennelli, ha tra le sue funzioni anche quella di interrompere tale azione, causando un accumulo di sabbia nelle aree immediatamente adiacenti e fenomeni erosivi nelle aree sottoflutto. Con la realizzazione di ben 25 pennelli posti nel settore orientale della nostra provincia si interromperà questo flusso di sedimenti che transitano prevalentemente da ovest verso est.
E’ evidente che l’accumulo delle sabbie in corrispondenza dei pennelli, come avvenuto ed ampiamente documentato in altre situazioni, produrrà un importante deficit sedimentario nelle zone sottoflutto (a sud-est): prime tra tutte il litorale tra Punta Zafaglione e Scoglitti e poi ancora i litorali a sud del porto di Scoglitti, le spiagge di Contrada Cammarana, etc. Litorali importanti sotto il profilo sia turistico che naturalistico”. La nota di Legambiente provinciale conclude affermando che “per questi motivi l’associazione già da qualche anno ha espresso le proprie critiche su questo progetto, in particolare sulla realizzazione dei pennelli che, si ribadisce, non erano consentiti dall’allora Piano Paesaggistico adottato, ed a maggior ragione oggi, visto che è già da un anno che il Piano Paesaggistico è stato definitivamente approvato.
Legambiente quindi chiede che si ribaltino le iniziative, dando priorità al dragaggio ed alla soluzione dei problemi dei pescatori e dei diportisti e si attivi un serio percorso di gestione sostenibile dei litorali che non passi per una continua opera di “scarico di pietrame a mare”, utile solo a chi promuove, progetta e realizza tali opere”. (da.di.)