Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy Mimit ha frettolosamente dichiarato un grande successo per il bonus elettrodomestici. In un solo giorno sono state presentate 550 mila domande, esaurendo immediatamente le risorse stanziate. L’agevolazione consiste in un bonus fino a 100 euro o 200 euro per i contribuenti con Isee inferiore a 25 mila euro per coprire fino al 30 per cento del prezzo di acquisto di un nuovo elettrodomestico. Poiché il bonus ha una validità di 15 giorni le eventuali somme residue saranno distribuite attraverso una lista d attesa tra gli esclusi.
Molte le perplessità sollevate attorno a questa operazione. Tra i commenti critici vi sono dubbi sulla reale efficacia di queste misure per promuovere la crescita economica e la forte critica verso lo strumento del click day. Si evidenzia inoltre che ben 19 milioni di euro circa il 4 per cento dei complessivi 50 milioni sono stati destinati a Invitalia e PagoPA per realizzare una piattaforma che ha registrato malfunzionamenti creando problemi a tutti gli utenti dell app IO. Per i realizzatori della piattaforma questo è stato sicuramente un successo.
Concentriamoci però sulla comunicazione del Mimit che considera l’alto numero di richieste come un giudizio positivo sull’effetto della misura. Questa visione è semplicemente ridicola. Se lo Stato regala denaro è altamente probabile che la domanda superi l’offerta. Se si finanzia la ristrutturazione degli immobili è normale che molti ne approfittino. E se si copre una parte del costo di un elettrodomestico per chi intende sostituirlo è ovvio che i consumatori ne traggano vantaggio.
La vera questione da porsi è se i 50 milioni di euro stanziati potessero essere utilizzati in modi più produttivi. Qual è stato l’effettivo impatto di questa spesa sul risparmio energetico o se ha generato altri effetti non considerati. Inoltre la domanda cruciale è se l’effetto sulla crescita sarebbe stato maggiore lasciando quelle risorse nelle tasche dei contribuenti anziché prelevarle per poi ridistribuirle a vantaggio di un ristretto gruppo di fortunati.
Per fornire una risposta rigorosa sarebbe necessario uno studio approfondito. L’esperienza passata suggerisce che il declino economico italiano è spesso alimentato dalla somma di tanti piccoli aiutini attraverso i quali lo Stato stabilisce l’utilizzo delle risorse e si sostituisce a individui e imprese. Più che la risposta a questi quesiti preoccupa il fatto che il Governo non voglia nemmeno porsi tali domande.




