La Rottamazione quinquies si appresta a diventare una realtà. La conferma arriva dai lavori della Commissione Finanze del Senato e dalle prime bozze circolate: la nuova definizione agevolata dei carichi affidati alla riscossione è ufficialmente entrata nel cantiere fiscale del governo. L’obiettivo è duplice: garantire un incasso immediato per le casse dello Stato e sgonfiare l’enorme “magazzino” dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
L’iniziativa, formalmente presa in carico dalla commissione parlamentare competente, mira a inserire la sanatoria nella prossima manovra economica. Il testo base (disegno di legge AS 1375) è stato depositato e discusso a partire dal 25 febbraio 2025, ma non è ancora approdato in aula. Tuttavia, la volontà politica è chiara, e le stime sui possibili effetti economici circolano già nelle stanze del MEF.
Un piano di pagamento esteso e maggiore tolleranza
La bozza della Rottamazione quinquies introduce elementi innovativi rispetto alle edizioni precedenti, mirando a offrire un respiro a situazioni debitorie complesse:
- Pagamento del solo capitale: I contribuenti potranno regolarizzare la propria posizione saldando unicamente il capitale dovuto, con l’eliminazione di sanzioni e interessi.
- 120 rate mensili: Il debito potrà essere spalmato su ben dieci anni, con un totale di 120 rate mensili, un aumento significativo rispetto alle 18 rate previste dalle versioni precedenti.
- Tolleranza fino a 8 rate non versate: La decadenza dal beneficio scatterà solo dopo il mancato pagamento di otto rate, anche non consecutive, garantendo una maggiore flessibilità rispetto alle rigide tempistiche passate (dove bastavano cinque giorni di ritardo su una rata).
I costi di notifica e le eventuali spese di procedura rimarranno a carico del contribuente. Questo approccio più “morbido” è pensato per dare ossigeno anche alle posizioni più difficili, evitando che un singolo ritardo faccia perdere i benefici acquisiti.
Calendario da riformulare: Le nuove scadenze
Le scadenze originariamente previste dalla bozza (termine per l’adesione al 30 aprile 2025, comunicazione degli importi entro giugno e prima rata entro il 31 luglio 2025) sono ormai superate, dato che il disegno di legge è ancora in fase di discussione. La commissione parlamentare dovrà quindi riformulare l’intero calendario, adattandolo all’effettivo inserimento della misura nella Legge di Bilancio 2026.
Il “Magazzino” Fiscale e gli obiettivi dello Stato
L’impulso a questa nuova definizione agevolata deriva dalla relazione del MEF sul “magazzino” fiscale, che evidenzia una massa di crediti non riscossi pari a 1.275 miliardi di euro accumulati tra il 2000 e il 2024. Di questa cifra colossale, secondo il viceministro Maurizio Leo, solo circa 567 miliardi sono teoricamente recuperabili, e di questi una parte minoritaria è effettivamente esigibile.
Una sanatoria mirata non è solo un’opportunità per cittadini e imprese in difficoltà, ma anche una strategia di pulizia contabile e di efficienza per lo Stato. Le stime governative parlano di un possibile incasso tra 5 e 7 miliardi di euro nei primi tre anni dall’introduzione della misura.
Luci e ombre: tra spinta governativa e allarmi delle autorità indipendenti
La volontà politica è chiara. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il viceministro Leo hanno confermato che la Rottamazione quinquies sarà uno dei pilastri fiscali della manovra 2026, affiancando un possibile taglio selettivo dell’IRPEF. “Serve una misura strutturata, che consenta allo Stato di recuperare e ai cittadini di rientrare”, ha dichiarato Leo lo scorso 23 giugno 2025.
Non mancano tuttavia le critiche. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha lanciato un allarme, sostenendo che “sanatorie ripetute generano un effetto di azzardo morale, disincentivano il pagamento spontaneo e compromettono la fedeltà fiscale”. Anche la Corte dei Conti ha espresso preoccupazione, sottolineando come “le definizioni agevolate siano spesso usate per congelare il debito, più che per regolarizzarlo”.
Chi potrà accedere e le esclusioni
La Rottamazione quinquies si applicherà ai carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro il 31 dicembre 2023.
Restano esclusi dalla misura:
- I debiti già inseriti in precedenti sanatorie che non sono andate a buon fine.
- I crediti derivanti da condanne penali o per danno erariale.
- Le sanzioni derivanti da violazioni penali tributarie.
- Le ingiunzioni di pagamento degli enti locali non gestite da AdER.
- Il recupero di aiuti di Stato considerati illegittimi.
La platea potenziale è ampia, ma l’introduzione di criteri selettivi sarà fondamentale per evitare un effetto boomerang sui conti pubblici e per indirizzare la misura verso chi ha reale difficoltà, e non chi ha scarsa “propensione” al pagamento.
Aspettare o agire subito? le alternative disponibili
Mentre la Rottamazione quinquies si prepara al debutto parlamentare, i contribuenti hanno ancora a disposizione altre opzioni:
- Rottamazione quater: Per chi ha aderito, le ultime rate devono essere versate entro luglio 2025.
- Riammissione alla quater: La possibilità di rientrare per chi era decaduto da questa misura è scaduta ad aprile 2025.
- Rateazione ordinaria (art. 19 DPR 602/1973): Fino a 120 rate per i debiti non ancora oggetto di sanatoria.
Il consiglio degli esperti è di non attendere passivamente: sebbene la quinquies sia in arrivo, non sostituisce le soluzioni già disponibili e potenzialmente più immediate.
In sintesi, la quinta sanatoria sarà una realtà, ma richiederà consapevolezza. Per i contribuenti, si apre una fase di attesa vigile: monitorare il testo, verificare i propri carichi e agire dove possibile con le misure attuali rimane la strategia più prudente per gestire la propria posizione fiscale.