Un’estate rovente sul fronte fiscale preannuncia una Legge di Bilancio 2026 ricca di novità. Il governo sta intensamente lavorando su un “doppio taglio” che promette di alleggerire il carico fiscale e snellire la mole di crediti in sospeso: una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, già etichettata come “quinquies”, e un atteso taglio dell’IRPEF.
Nonostante le tensioni fisiologiche all’interno della maggioranza e le limitate risorse, le dichiarazioni di figure chiave come il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo e il Vicepremier Antonio Tajani confermano l’impegno su queste misure.
IRPEF: l’ipotesi di un taglio per il ceto medio
Una delle priorità, fortemente spinta da Forza Italia, è la riduzione dell’IRPEF per i contribuenti del ceto medio. L’ipotesi al vaglio è una riduzione dell’aliquota del secondo scaglione, che passerebbe dal 35% al 33%. Non solo: si sta valutando di estendere la fascia di reddito interessata, portandola dagli attuali 28.000-50.000 euro a 28.000-60.000 euro annui.
Antonio Tajani ha sottolineato come la diminuzione delle aliquote rappresenti una scelta strutturale, capace di incidere sulla pressione fiscale a beneficio diretto di famiglie e imprese, a differenza delle sanatorie fiscali che restano interventi occasionali.
Rottamazione Quinquies: un piano per “Ripulire” il magazzino dei crediti
Accanto alla riforma IRPEF, la Lega spinge con decisione per una nuova pace fiscale attraverso la Rottamazione Quinquies. L’obiettivo è duplice: offrire un’opportunità ai contribuenti con debiti e, al contempo, risolvere il problema dell’enorme volume di cartelle inesigibili che gravano sull’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Le indiscrezioni e le bozze in circolazione suggeriscono un’estensione della platea rispetto alla “quater”, includendo i carichi affidati fino al 2023. I contribuenti dovrebbero pagare solo capitale e spese, con l’azzeramento di interessi e sanzioni.
Un’altra novità significativa riguarderebbe le modalità di pagamento: si parla di una dilazione fino a 120 rate mensili, senza interessi né sanzioni. Inoltre, per facilitare i contribuenti, si prevederebbe la possibilità di saltare fino a otto rate (anche non consecutive) senza decadere dal beneficio, una flessibilità notevolmente maggiore rispetto alla precedente rottamazione quater, dove bastava una sola rata non pagata per perdere l’agevolazione.
Secondo le proiezioni, la misura potrebbe agevolare circa 22 milioni di italiani con cartelle in sospeso e consentire un recupero di circa 30 miliardi di euro, un importo considerevole se confrontato con i 4,6 miliardi incassati con l’ultima rottamazione.
Limiti, criticità e la fotografia del magazzino riscossione
Nonostante gli intenti positivi, non mancano le criticità. L’idea di estendere il pagamento fino a 120 rate senza interessi potrebbe rendere la riscossione poco efficiente, specialmente per debiti di modesta entità. La gestione di migliaia di micro-rateizzazioni potrebbe rivelarsi complessa e antieconomica per l’Agenzia delle Entrate.
Inoltre, alcune tipologie di debiti, come quelli spettanti all’Unione Europea o derivanti da sentenze penali e della Corte dei Conti, non potranno essere inclusi nella sanatoria.
La necessità di un intervento è supportata dai dati: l’analisi del Ministero dell’Economia rivela che oltre la metà dei crediti iscritti a ruolo risulta difficilmente recuperabile. Su 1.270 miliardi di tasse non riscosse, circa 537 miliardi sono legati a soggetti deceduti, nullatenenti o imprese cessate. Delle 173 milioni di cartelle affidate dal 2000 ad oggi, quasi un credito su quattro ha un importo inferiore a 100 euro, rappresentando solo il 4,6% del totale. Questa fotografia evidenzia come la Rottamazione Quinquies sia un tentativo di razionalizzare il magazzino dei crediti, concentrando gli sforzi sui recuperi più fattibili.