Ragusa – “Se Atene piange Sparta non ride”. Ohibò.. Maledette citazioni classiche. Sempre lì in agguato, pronte a farsi digitare sulla tastiera quando ti vedono indeciso e titubante sull’attacco ad effetto per il tuo pezzo per il giornale. Ma ormai la frase è scritta e la utilizziamo, uscendo però, come suole dirsi, fuor di metafora. Ed allora eccoci: se le amministrazioni comunali e relative maggioranze, a Modica ed Ispica hanno i loro bei guai, non è che a Ragusa, sotto l’apparente calma, le cose vadano meglio. A Modica la dichiarazione del dissesto finanziario ha segnato la profonda rottura tra la sindaca Monisteri ed il suo mentore Abbate. A Ispica il sindaco Leontini si è salvato per il rotto della cuffia dall’impeachment promosso da settori della sua ex maggioranza.
E a Ragusa? Nel comune capoluogo il fatto politico amministrativo di questi giorni è rappresentato dalle dimissioni dell’assessore Andrea Distefano in quota Sud chiama Nord e dall’accettazione del suo defilarsi da parte del sindaco Cassì. Il quale non attribuisce le deleghe di Distefano ad una qualche new entry ma le assegna a due suoi fedelissimi assessori, Gianni Giuffrida e Catia Pasta. Vediamo come si arriva a tale situazione. Andrea Distefano era stato proposto come assessore da Saverio Buscemi, eletto consigliere nella lista di Cateno De Luca. Pochi mesi fà però Buscemi aveva abbandonato il sindaco di Taormina e quindi Distefano si era trovato assessore senza però né una lista né un consigliere di riferimento.
Da parte sua pare che Buscemi, che ha dichiarato la propria permanenza nella maggioranza fedele a Cassì, si aspettasse l’investitura assessoriale o per sé o per qualcuno da lui indicato. E se il primo cittadino ragusano aveva ripetutamente confermato la propria fiducia a Distefano, le dimissioni di quest’ultimo dall’incarico assessoriale, siano state esse volontarie o consigliate o imposte, rimangono un fattore probabilmente destabilizzante per le parti politiche civiche che appoggiano Peppe Cassì. E ad accrescere confusione e voci incontrollate, la notizia del recente amoreggiamento pubblico di Cassì con Forza Italia. Una situazione dunque complessa e foriera di sviluppi imprevedibili. A tentarne una analisi è intervenuto il consigliere comunale M5 di Ragusa Sergio Firrincieli. Questa la lettura che ne ha dato.
Il caso Distefano e la pavidità politica del sindaco Cassì, il consigliere Firrincieli: è giusto raccontare come deve essere andata
“L’assessore Distefano? E’ stato costretto a rassegnare le dimissioni, inutile che ce la raccontiamo. Ancora una volta il modus operandi del sindaco, se si legge tra le righe, viene allo scoperto perché l’obiettivo è sempre quello, politicamente parlando, di fare in modo che ne esca pulito”. E’ il commento del consigliere comunale dei Cinque Stelle, Sergio Firrincieli, sulle ultime novità che si sono registrate in queste ore a palazzo dell’Aquila. “Al solito, dunque – prosegue l’esponente pentastellato – Cassì, almeno sulla carta, dà l’impressione di non prendere posizione. Invece di dare il contentino a Buscemi, che aveva legittimamente posto una questione politica alla luce dell’evoluzione della propria posizione, il sindaco, per farsi togliere le castagne dal fuoco, avrebbe invitato Distefano, che comunque, bene o male, aveva portato avanti la propria attività, a togliere l’incomodo anche perché, lo ricordiamo, era stato lo stesso Cassì, nelle scorse settimane, con una serie di dichiarazioni più o meno velate, a blindare la posizione dello stesso assessore.
Quindi, per non cadere in contraddizione, per non scoprire le sue carte, il sindaco ha preferito questa scelta, quella del suicidio assistito, politicamente parlando, dell’ormai ex assessore Distefano che, giocoforza, si è visto costretto a compiere questo passo. Questo non significa che Buscemi, adesso, sarà accontentato per quanto riguarda la nomina in Giunta di un componente della lista che lo ha fatto eleggere in Consiglio. Anzi, tutt’altro. Già Cassì ha fatto sapere che per il momento resta tutto fermo, con l’aggravante che un paio di assessori subiscono un appesantimento delle proprie deleghe, come se già non ne avessero abbastanza”. “Perché Cassì – continua Firrincieli – per il momento sceglie di non scegliere? Semplice.
C’è in ballo il passaggio a Forza Italia, o a un eventuale altro partito. E quindi occorre lasciare libero uno spazio per dare ospitalità a probabili pretese che arriveranno dai prossimi alleati. Perché la politica, che il primo cittadino solo a parole prende a schiaffi, possiede le sue liturgie. E Cassì lo sa benissimo. E se vuole raggiungere il suo obiettivo, che è quello della candidatura alle prossime regionali, deve fare buon viso a cattivo gioco. Insomma, il caso Distefano è la rappresentazione plastica dell’atteggiamento da sempre utilizzato da Cassì, pavido politicamente e scaltro, invece, nel muovere con capacità le pedine per fare in modo che nessuna responsabilità possa essergli addebitata. E’ giusto, riteniamo, che gli elettori ragusani lo sappiano”. (da.di.)