Milano – Approvata in Europa la quadrupletta a base di daratumumab sottocute (SC), anticorpo anti-CD38 sviluppato da Johnson & Johnson, in combinazione con bortezomib, lenalidomide e desametasone (daratumumab-VRd) per il trattamento di pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi eleggibili al trapianto autologo di cellule staminali (ASCT).3 L’arrivo di questa nuova combinazione consentirà ai pazienti di beneficiare di questo nuovo trattamento ad uno stadio iniziale della malattia, migliorandone gli esiti clinici.
L’approvazione europea è supportata dai dati dello studio di fase 3 PERSEUS, che ha confrontato il regime daratumumab-VRd in SC come terapia di induzione e consolidamento, seguito da una terapia di mantenimento costituita da daratumumab SC e lenalidomide (D-R), confrontato con il trattamento a base di bortezomib, lenalidomide e desametasone (VRd) durante le fasi di induzione e consolidamento, seguito da lenalidomide (R) per la terapia di mantenimento. Lo studio è stato condotto su 709 pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi elegibili all’ASCT.
«Il mieloma multiplo è una malattia complessa ed eterogenea. La sua complessità ci porta a ricercare continuamente strategie di trattamento di prima linea innovative per rendere più profonde le risposte, ridurre le recidive e, in ultima analisi, migliorare i risultati a lungo termine», dichiara Paula Rodriguez-Otero, Dipartimento di Ematologia, Cancer Center Clínica Universidad de Navarra, Pamplona, Navarra, Spagna. «L’approvazione da parte della Commissione europea di questo nuovo regime a base di daratumumab sottocute offre una nuova opzione che ha il potenziale di cambiare la pratica clinica e, conseguentemente, migliorare significativamente parametri clinici fondamentali come la sopravvivenza libera da progressione, i tassi di risposta completa e lo stato di negatività MRD rispetto all’attuale standard di cura».
I risultati dello studio PERSEUS, ad un follow-up mediano di 47,5 mesi, hanno dimostrato un miglioramento significativo dell’endpoint primario della sopravvivenza libera da progressione (PFS), con il regime daratumumab-VRd che ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte del 58 per cento rispetto al VRd (hazard ratio [HR], 0,42; intervallo di confidenza [CI] del 95 per cento, 0,30-0,59; p<0,0001).1 Il trattamento con daratumumab-VRd ha portato a risposte più profonde rispetto a VRd, con un tasso di negatività complessiva della malattia minima residua (MRD) stimato a 10-5 rispettivamente del 75,2 per cento contro il 47,5 per cento. È stato inoltre osservato un tasso di risposta completa o migliore nel 87,9 per cento dei pazienti rispetto al 70,1 per cento (p<0.001) e, aspetto rilevante, una negatività sostenuta della MRD per oltre 12 mesi del 64,8 per cento nel gruppo daratumumab-VRd contro il 29,7 per cento nel gruppo VRd.1
«L’approvazione europea di questa quadrupletta a base di daratumumab segna un passo avanti fondamentale nel trattamento del mieloma multiplo di nuova diagnosi», ha dichiarato Edmond Chan, MBChB, M.D. (Res), Senior Director, EMEA Therapeutic Area Lead Haematology, Johnson & Johnson Innovative Medicine. «L’aggiunta di daratumumab sottocute alla tripletta bortezomib, lenalidomide e desametasone ha ottimizzato la terapia di prima linea, migliorando significativamente i risultati e stabilendo un nuovo standard di cura per i pazienti idonei al trapianto, dalla terapia di induzione a quella di mantenimento».
Il profilo di sicurezza generale della combinazione daratumumab-VRd è risultato coerente con i profili di sicurezza noti per daratumumab SC e VRd da soli.2 In tal senso, le reazioni avverse ematologiche più comuni (≥20 per cento) sono state neutropenia (69,2 per cento vs 58,8 per cento), trombocitopenia (48,4 per cento vs 34,3 per cento) e anemia (22,2 per cento vs 20,7 per cento). Tra quelle non ematologiche più comuni (≥20 per cento) ci sono state, invece, neuropatia periferica (53,6 per cento vs 51,6 per cento), affaticamento (23,9 per cento vs 26,5 per cento), edema periferico (20,5 per cento vs 21,3 per cento), piressia (31,6 per cento vs 31,4 per cento), infezione respiratoria superiore (31,6 per cento vs 25,1 per cento) COVID-19 (35 per cento vs 23,9 per cento), costipazione (33,9 per cento vs 34,0 per cento), diarrea (61,0 per cento vs 54,2 per cento), mal di schiena (22,8 per cento vs 19,0 per cento), insonnia (27,1 per cento vs 17,6 per cento), astenia (26,8 per cento vs 25,6 per cento) e rash (23,4 per cento vs 27,1 per cento).2
«Dalla sua prima approvazione nel 2016, oltre mezzo milione di pazienti in tutto il mondo sono stati trattati con daratumumab. L’approvazione di oggi è la conferma del nostro impegno nel rendere disponibile questa terapia innovativa a un maggior numero di pazienti come trattamento di prima linea, dove si può avere un impatto più significativo», ha dichiarato Jordan Schecter, M.D., Vice President, Disease Area Leader, Multiple Myeloma, Johnson & Johnson Innovative Medicine. «In Johnson & Johnson, continuiamo a lavorare per rendere tumori come il mieloma multiplo un ricordo del passato e il traguardo raggiunto oggi segna un nuovo significativo passo verso il raggiungimento di questo obiettivo».