Italia Viva Ragusa chiede ufficialmente al sindaco Cassì di predisporre un consuntivo sul turismo in città per avere in mano i dati degli ultimi anni che consentano, poi, a tutte le rappresentanze delle associazioni di categoria, agli operatori economici e ai rappresentanti dei partiti politici di avviare un confronto serio e fondato sui piani da sviluppare per il futuro. “Un consuntivo – dice il coordinatore cittadino del partito renziano, Filippo Angelica – che mi sembra più che doveroso in questa fase, dopo sei anni di amministrazione Cassì, in cui occorre chiedersi cosa sia stato fatto, quali voci sono migliorate e quali peggiorate e poi definire le modalità operative degli interventi. Se il centro storico risulta essere spettrale, il problema reale è che sta continuando ad esserlo ancora oggi. In questi sei anni non si sono voluti accendere realmente i riflettori su questa zona della nostra città che aveva bisogno di riscattarsi e di recuperare. Il fatto è, in realtà, che la situazione continua a peggiorare, a deteriorare. Quindi, dobbiamo confrontarci per comprendere quali le ragioni che hanno impedito a questa zona della città di ottenere benefici. Non c’è un piano del colore, non c’è un piano dell’illuminazione artistica, non c’è un piano particolareggiato: da lì bisogna partire con gli investimenti prima di qualsivoglia accoglienza”.
“Noi di Italia Viva – prosegue Angelica – crediamo di doverci provare a predisporre dei consuntivi seri sulle attività e sulle rubriche che riguardano l’accoglienza, il turismo e la cultura. Pensiamo, però, che i consuntivi li debba fare chi compie le scelte, chi governa, senza pensare che i consuntivi siano delle ghigliottine. Sono piuttosto dei test, dei rodaggi che è corretto predisporre perché non dobbiamo dimenticare che gli investimenti compiuti dal sindaco e dall’amministrazione non sono soldi che abbiamo vinto al Superenalotto, bensì risorse che provengono dai cittadini. E lo diciamo senza un atteggiamento populista. Ma è giusto che si conosca qualcosa sulla ratio delle spese sostenute”. “Il pensiero unico, in proposito – ancora Angelica – deve essere quello di chi ritiene che (e poi non è una cosa che ci inventiamo noi ma è lo stesso ragionamento formulato da molti sindaci del Sud Italia i quali hanno capito che al di là dell’appartenenza politica, senza un centro storico competitivo non si va da nessuna parte) non si può alzare il Pil turistico con solamente la stagione a mare per due mesi. Noi siamo città d’arte e quindi il nostro centro storico merita attenzione. A patto, però, che se ne riconosca la capacità produttiva e si lavori con chi è interessato a portare avanti questo sistema di sviluppo, questo sistema di crescita”.
“Tutto ciò prosegue Angelica – sulla carta rappresenta un vantaggio, ma se noi continuiamo a fare questi investimenti che, a mio avviso, sono in questo momento scollegati rispetto alle esigenze della città, allora è chiaro che non si potranno compiere i passi auspicati in avanti. Ritengo sia inutile spendere mezzo milione di euro o allestire il concerto in piazza Libertà piuttosto che in piazza San Giovanni se poi il turista, dopo 20 metri da quando si alza sulla sedia, trova via Roma deserta, se gli va bene con qualche lampada accesa, per quella che si prefigura come una immagine spettrale e che l’unica cosa che penserà è quella di capire, con fare ironico, dove è finito. Di sicuro, i consuntivi non li possiamo affidare a Facebook. Ma i consuntivi si fanno dicendo: signori, io mi sono insediato sei anni fa e da allora, per esempio, il Pil turistico della nostra città che era il 2% ora è passato al 4. Le attività commerciali che hanno aperto in più da quando mi sono insediato sono tot. Se non gli si comincia a dare una linfa economica e produttiva a questo centro storico, mai potremo parlare seriamente di cultura e di turismo nella nostra città. E men che meno il consuntivo si può pensare di farlo con la foto del 13 agosto dove c’è un po’ di fila al castello. Il problema vero, però, è capire l’indomani cosa succede o dopo una settimana.
Ecco perché noi chiediamo di predisporre un consuntivo che si tramuti in un momento di confronto, un momento anche per capire verso dove si sta viaggiando, se c’è una crescita economica, se i numeri che ci danno ragione non sono solo i like, ma c’è anche qualcos’altro dietro, se c’è la vita reale. Quest’ultima vicenda del castello di Donnafugata ci testimonia che si ritorna sempre a quell’approccio, a quell’atteggiamento anche un po’ distorto, che poi crea scompensi e, come abbiamo registrato, le reazioni dell’opposizione. Se si può ritenere sicuramente un fatto positivo che un’amministrazione decida di aprire ai privati, cioè alle professionalità, al management di chi già porta avanti questo lavoro per creare produttività, per creare reddito rispetto ai beni monumentali, io ritengo che non si possa fare così, rischiando di creare anticamere del sospetto. C’è un’indubbia verità e cioè che se si vuole mettere a bando il tuo gioiello di famiglia ed è il 10, l’undici agosto e tutto deve accadere in 20-30 giorni, è chiaro che qualche domanda insorga. Noi di Italia Viva non abbiamo alcun tipo di preconcetti o pregiudizi. Ma qualche scelta diversa, però, a tal riguardo, si sarebbe potuta effettuare”.