“Per piacere, posso avere un telefono per chiamare casa? Sono stata rapita e hanno cercato di uccidermi”. Queste le prime parole di Milena Santirocco, scomparsa lo scorso 28 aprile, ai gestori di un bar di Castel Volturno. La donna, 54 anni, si è presentata al commissariato di Castel Volturno nella serata di ieri, visibilmente scossa, bagnata e sporca di terra e foglie, con segni di violenza ai polsi, ma in buone condizioni fisiche.
La donna è ricomparsa in buona salute, si trova ora in commissariato ed ha già preso contatto con i suoi familiari.
Numerosi in questi giorni erano stati gli appelli dei suoi familiari: il profilo Facebook della donna risultava cancellato e il telefono spento. La sua auto era stata trovata a Torino di Sangro con una gomma a terra.
Milena Santirocco scomparsa: le ricerche
Durante sei lunghi giorni di estenuanti ricerche, gli sforzi si sono concentrati principalmente lungo la Costa dei Trabocchi, a sud del Chietino. Le autorità competenti hanno coordinato un’imponente operazione che ha coperto centinaia di ettari di boscaglia, a partire dal tratto di Torino di Sangro (Ch), dove la donna è stata vista per l’ultima volta. Le unità specializzate, supportate dall’impiego di cani molecolari e segnalazioni, sommozzatori, droni ed elicotteri, hanno esteso le ricerche fino a Casalbordino (Ch), dove è stata anche dispiegata un’Unità fissa mobile dei Vigili del Fuoco.
Milena Santirocco: il racconto choc
Milena Santirocco ha rivelato di essere stata vittima di un rapimento orchestrato da due individui incappucciati che comunicavano in italiano. Racconta di essere stata legata mani e piedi e trasportata in auto fino alla spiaggia di Castel Volturno, nell’Oasi dei Variconi, un luogo a lei sconosciuto. Qui, i rapitori avrebbero tentato di annegarla in uno stagno, dove è stata ritenuta morta e abbandonata. Tuttavia, la donna è riuscita a liberarsi dai legacci e a dirigersi verso il primo insediamento urbano in cerca di aiuto. Ora, Milena è al sicuro, circondata dall’affetto dei figli Manuel e Denis che non hanno mai smesso di cercarla e di diffondere volantini lungo tutta la costa, e dal supporto del suo legale, l’avvocato Antonio Cozza, del Foro di Perugia.