L’imprenditore vinicolo Piero Pittaro ci ha lasciato lo scorso marzo, all’età di 89 anni. Nel suo testamento, ha destinato l’azienda ai suoi nove dipendenti, definendo tale atto come ‘un onore e una grande responsabilità’.
La scomparsa di Piero Pittaro, celebre nel Friuli per la sua produzione vinicola, ha suscitato profonda commozione nel mese scorso. A distanza di poco più di un mese, emerge un’altra notizia significativa: i suoi nove dipendenti sono stati nominati eredi dell’azienda, una scoperta fatta solo all’apertura del testamento.
Questi nove dipendenti formeranno ora una nuova entità societaria e si impegneranno a mantenere viva la reputazione del marchio friulano, creato anni fa da Pittaro, anche noto come presidente di Assoenologi. Situata su 85 ettari nelle Grave del Friuli a Codroipo, l’azienda produce circa 300mila bottiglie di vino all’anno, di cui 100mila sono di spumante.
Le parole del poeta Gabriele D’Annunzio, “Io ho quello che ho donato”, adornavano il suo necrologio preparato in anticipo. La cantina è stata quindi ereditata dall’enologo e braccio destro di Pittaro, dal perito agrario, dalla contabile, dall’addetto commerciale e dai lavoratori di cantina e vigneto. Secondo i quotidiani locali, i dipendenti hanno accettato con gratitudine questa inaspettata eredità.
“Il nostro rapporto con Piero era caratterizzato da stima e rispetto, ma non avremmo mai immaginato un gesto così generoso. Siamo profondamente emozionati e grati per questo dono inestimabile. Ci assumiamo l’impegno e la responsabilità di portare avanti l’eredità aziendale con il massimo impegno. È per noi un onore e una grande responsabilità. Faremo tutto il possibile per mantenere alto il suo nome”, ha commentato Stefano Trinco, presidente della Doc Friuli e enologo del gruppo.”