Sulla dibattuta questione di Iblea Acque finora si erano registrati parecchi interventi tutti tesi ad attribuire alla società pubblica in house, che ha come soci i dodici Comuni iblei, ogni sorta di responsabilità per disagi, fatturazioni discutibili, disguidi e quant’altro. Operazione di critica a tutto tondo che ha visto tra i maggiori protagonisti a Ragusa il consigliere comunale di Generazione Gaetano Mauro e ad Ispica il consigliere Paolo Monaca dall’inizio di questa settimana nominato coordinatore provinciale del movimento (o partito ?) di Cateno De Luca, Sud chiama Nord. Ed ecco che a metà della settimana appena conclusa si è registrato un inervento che oseremmo definire in controtendenza rispetto a tutti i precedenti. Ne sono autori la deputata regionale Stefania Campo ed il consigliere comunale di Ragusa Sergio Firrincieli, entrambi del M5s.
Intervento in controtendenza, dicevamo, perchè i due pentastellati usano un approccio non prevenuto, certamente obiettivo e che non va alla ricerca di un qualsiasi capro espiatorio, finora individuato nel manager della società iblea Acqua, Franco Poidomani. Tre le direttrici su cui si muovono Campo e Firrincieli, la difesa ad oltranza dell’acqua pubblica, la sospetta scarsa tempestività con cui la Regione Siciliana ha avviato un procedimento finalizzato alla verifica dell’incompatibilità degli incarichi affidati allo tesso Franco Poidomani, la possibile volontà di promuovere interessi particolari o addirittura l’obiettivo di far subentrare al posto dello stesso Poidomani qualche vecchio politico, e peggio ancora magari anche la strategia di far saltare la stessa gestione pubblica dell’acqua. Ecco quanto affermano nella loro nota Stefania Campo e Sergio Firrincieli. “Troppi interessi speculativi, in Sicilia, si annidano attorno alla gestione dell’acqua. D’altronde è un fatto storico, non diciamo nulla di nuovo. Purtuttavia, sappiamo che grandi aziende private hanno cercato, e cercheranno, di sfilare l’acqua ai Comuni della nostra provincia e all’intera area della Sicilia orientale. Su questo noi non abbasseremo l’attenzione. Ne va dell’autonomia del nostro territorio, del massimo risparmio economico possibile per le tasche dei nostri concittadini e ne va anche della trasparenza che solo il pubblico può garantire.
Ecco perché l’acqua deve restare in capo ai sindaci dei nostri dodici Comuni: non c’è alternativa. Oltre al fatto che resta necessario che la volontà popolare (95% per l’acqua pubblica) espressa con il referendum del 2011 venga garantita senza tentennamenti. Fin qui, quindi, va dato merito ai sindaci dei Comuni iblei di aver operato affinché la gestione dell’acqua non venisse ‘regalata’ a grandi aziende nazionali o addirittura a multinazionali del settore: con caparbietà e lucida prospettiva politica hanno saputo fare squadra per difendere gli interessi fondamentali dei propri concittadini. Ed è evidente che ciò è accaduto anche andando contro le strategie di scellerata privatizzazione portate avanti dall’attuale presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, di Forza Italia.” Lo dice la deputata del Movimento 5 Stelle, Stefania Campo, insieme al Consigliere comunale Sergio Firrincieli, dopo la nota del 22 febbraio con cui la Regione comunica un procedimento finalizzato alla verifica dell’incompatibilità degli incarichi affidati all’ing. Franco Poidomani. “Non comprendiamo perché questa comunicazione della Regione arrivi a distanza di più di un anno: se avesse ragione l’assessorato, Poidomani si sarebbe dovuto dimettere già ad agosto del 2022 per incompatibilità.
A noi, ovviamente, non interessa entrare nel merito di una questione prettamente normativa, che di certo si dovrà risolvere con un’interpretazione autentica che accerti definitivamente se Poidomani è realmente incompatibile oppure no, ciò che riscontriamo è piuttosto un accanimento da parte di alcuni esponenti politici locali nei confronti dell’attuale amministratore. Un attacco costante che non comprendiamo se spinto dalla ricerca di correttezza e legittimità amministrativa o se nasconde la volontà di promuovere interessi particolari o addirittura l’obiettivo di far subentrare al posto dello stesso Poidomani qualche vecchio politico, e peggio ancora magari anche la strategia di far saltare la stessa gestione pubblica dell’acqua. Non permetteremo che questa guerra interna ai partiti del centrodestra, infici il lavoro fatto finora per la gestione pubblica delle reti e degli impianti idrici, così come non permetteremo che le incompatibilità riscontrate nei confronti dell’ing. Franco Poidomani possano avere ricadute significative sulla modalità di gestione già ratificata con la costituzione della Iblea Acque.
Accertati i fatti, se l’ing. Poidomani non dovesse più poter svolgere tale compito di amministratore delegato, si dovrà dimettere, ma fino ad allora non accetteremo questo inutile stallo che si protrae oramai da troppi mesi. Il Movimento 5 Stelle, altresì, continuerà a vigilare affinché la Iblea Acque, vista la natura di società pubblica, non si trasformi in un bacino elettorale ad appannaggio di una certa politica locale. Chiediamo, al contrario, che si punti sempre su stringenti criteri legati alla professionalità, all’autonomia e innanzitutto alla onorabilità che l’importante incarico in questione prevede”. (daniele distefano)