Nessun condono ma una pace fiscale con la cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro antecedenti al 2015 e rateizza quelle di soglia superiore e introduce una multa unica al 3 o al 5%. Sono queste le ultime novità in arrivo con la legge di Bilancio 2023.
In particolare, nel testo preliminare della Legge di Bilancio 2023 varato dal Consiglio dei Ministri del 21 novembre 2022, prende forma una nuova tregua fiscale pensata per andare incontro ai contribuenti in difficoltà a causa della pandemia e del rincaro prezzi.
Il nuovo stralcio delle cartelle esattoriali nel 2023, quali sono le differenze tra i debiti al di sotto dei 1.000 euro e quelli più alti, e tutte le novità su questa rottamazione rivista.
Cartelle esattoriali con pace fiscale 2023: le ultime novità
“Un rinnovato rapporto tra Stato e contribuenti che non prevede condoni fiscali, ma solo un atteggiamento più comprensivo – e conveniente per le casse pubbliche – per chi è in difficoltà ed è rimasto indietro con i pagamenti“. Sono queste le parole del Premier Giorgia Meloni mentre presenta la pace fiscale (o “tregua fiscale”) inserita nel testo della Legge di Bilancio 2023. La nuova “pace fiscale” in vigore dal 1° gennaio 2023 mira, da un lato, ad aiutare tutti i debitori verso il Fisco che non sono in grado di pagare le somme dovute e, dall’altro, a smaltire i carichi affidati alla Riscossione, ad oggi inesigibili. Nello specifico, il testo bozza prevede tre diverse misure:
- annullamento delle cartelle esattoriali inferiori a 1.000 euro e antecedenti al 2015;
- sanzioni più basse per chi non ha pagato imposte al Fisco. Annullati tutti gli oneri extra per la riscossione per semplificare e garantire introiti alle casse statali;
- al di sopra dei 1.000 euro scatteranno le operazioni di “rottamazione quater” e di “saldo e stralcio” con nuove regole. Ecco i dettagli illustrati nel Consiglio dei Ministri del 21 novembre 2022.
Cartelle esattoriali sotto i 1.000 euro azzerate
La bozza di Bilancio 2023 approvata dal Governo annulla le cartelle di fatto non più esigibili, ovvero quelle con debiti al di sotto dei 1.000 euro e notificate tra il 2000 e il 2015. Più precisamente, il testo prevede:
- cancellazione dei debiti fino a 1.000 euro, purché notificati entro il 2015;
- per le cartelle esattoriali entro i 1.000 euro, ma successive al 2015, pagamento senza maggiorazioni e interessi.
Infine, arriva la sanzione unica al 3 o al 5% per i carichi superiori a 1.000 euro, in sostituzione alle vecchie multe, con possibilità di rateizzazione.
Cartelle esattoriali: sanzioni più basse
Come spiegato anche dal Ministro delle Finanze Maurizio Leo, nel corso della conferenza stampa post Consiglio dei Ministri del 21 novembre, il Governo ha abbassato le sanzioni sui debiti fiscali. Una scelta che trova le sui ragioni nel’ iniquità, secondo la maggioranza parlamentare, del sistema sanzionatorio dove la sanzione raggiunge il 120% o 130% in più rispetto al tributo. È il più salato di tutta Europa, con multe che finiscono per risultare un “esproprio” per i contribuenti secondo i promotori dell’intervento.
In questo senso l’Esecutivo ha previsto un intervento di alleggerimento del carico sanzionatorio, specie dopo la pandemia e alla luce dell’attuale situazione internazionale e finanziaria. In linea generale, per le cartelle sopra i 1.000 euro viene prevista una maggiorazione unica del 3 o del 5% con possibilità di rateizzazione. Una sorta di rottamazione con nuove regole che vi spieghiamo nel paragrafo seguente.
Rottamazione, saldo e stralcio: nuove regole
Ecco come funzionerà il sistema automatico di ravvedimento e rottamazione dal 2023, valido per le cartelle superiori a 1.000 euro, notificate dal 2000 al 30 giugno 2022:
- il contribuente che ha dichiarato tutti i propri redditi, ma non ha pagato in tempo per mancanza di risorse, avrà una sanzione solo pari al 3% e potrà pagare in 2 o 5 anni;
- chi non ha dichiarato tutti i propri redditi e non ha pagato in tempo per mancanza di risorse, avrà una sanzione solo pari al 5%. Si tratta di un ravvedimento operoso che però offre la possibilità di pagare in più tempo, cioè 2 o 5 anni, e non in un solo anno;
- se il contribuente ha avuto accertamento, deve pagare tutto l’importo contestato in uno spazio di 2 o 5 anni con una multa pari al 5%. Nel caso di non accettazione della cartella, invece, occorre “mettersi a tavolino” con il Fisco, esporre le proprie ragioni e sulla base di un contradditorio si può arrivare anche a un’imposta più bassa. Si tratta della cosiddetta compliance, un nuovo meccanismo introdotto dal 1° gennaio 2023 in modo potenziato.
In ciascuno di questi casi, inoltre, vengono annullati tutti gli oneri extra per la riscossione per semplificare e garantire introiti alle casse statali. Resta il “saldo e stralcio” delle cartelle, inteso come una riduzione delle somme dovute, per i contribuenti in grave e comprovata difficoltà economica.