Ragusa – La crisi energetica e il caro bollette rischiano di compromettere la situazione finanziaria di aziende siciliane dalla storia lunga e prestigiosa. È il caso di Latterie Ragusane, la coop di con più di 90 dipendenti, a cui gran parte degli allevatori della Sicilia Sud orientale conferisce il latte prodotto, per la maggior parte, nel territorio ibleo. Centinaia di soci conferitori confidano, quindi, in queste entrate per il sostentamento delle proprie famiglie e per il mantenimento della propria attività.
Oggi, proprio a causa del caro-energia (nel giro di un anno gli importi delle bollette sono più che triplicati), “Latterie Ragusane” rischia di chiudere i battenti. «Siamo di fronte a un potenziale boomerang sociale, con un effetto moltiplicatore negativo inquietante perché tante altre famiglie, non avendo altro reddito, avranno difficoltà a sostenersi e a decidere cosa pagare e no per la propria sopravvivenza», avverte Filippo Parrino, presidente di Legacoop Sicilia.
Con il caro-bollette, la zootecnia siciliana rischia, dunque, il tracollo. «C’è infatti – spiega Christian Maretti, presidente nazionale di Legacoop agroalimentare – un aspetto della vicenda da non dimenticare: un’azienda manifatturiera può sempre ricorrere agli ammortizzatori sociali per i propri dipendenti, la zootecnia no. Le mucche, ricordiamolo, non vanno in cassa integrazione.
Non possono smettere di produrre. Ecco perché “Latterie Ragusane” è tra le prime del settore agroalimentare siciliano ad accusare il colpo pesantissimo derivato dai costi dell’energia elettrica arrivati alle stelle. «Senza aiuti e provvedimenti del governo nazionale e senza un atteggiamento responsabile da parte dei produttori e dei distributori dell’energia elettrica – osserva Parrino – gran parte delle imprese siciliane sono destinate a chiudere».
Ad aggravare la situazione si aggiunge il fatto che Enel finora non ha mostrato reale disponibilità a rateizzare le ultime pesantissime fatture (per il periodo compreso tra giugno e agosto le fatture ammontano a circa 600 mila euro) pur in presenza di un credito Iva di oltre un milione di euro che la coop sarebbe anche disposta a cedere a copertura del debito. Per ben tre volte, infatti, Enel ha rispedito al mittente la richiesta avanzata dai vertici di Latterie Ragusane di “spalmare” su più mensilità gli importi da capogiro, ritenendo le proposte non accettabili.
«Si rende sempre più necessario l’intervento dei governi nazionale e regionale affinché le aziende colpite dal caro energia possano continuare a operare», afferma Parrino. «In un clima di grave incertezza come quello che stiamo vivendo determinato dall’emergenza Covid prima e dal conflitto russo-ucraino dopo – conclude Parrino – servono immediati provvedimenti capaci di sostenere realmente le aziende e una forte azione di moral suation nei confronti dei fornitori di energia affinché vengano incontro alle difficoltà delle imprese nel reperire la liquidità necessaria al pagamento delle fatture».