Ragusa – Anche quest’anno a Ragusa si ricorda l’eccidio di braccianti avvenuto il 9 aprile 1921 in piazza San Giovanni, quando, durante un comizio del leader socialista Vacirca, squadre di fascisti e nazionalisti, sotto le direttive di Filippo Pennavaria e della borghesia agraria ragusana, con un’azione premeditata, spararono sulla folla radunata in piazza uccidendo i braccianti Rosario Occhipinti e Carmelo Vitale mentre una terza vittima, Rosario Gurrieri morirà per le ferite alcune ore dopo.. E anche quest’anno, secondo una tradizione, come afferma il Comitato 9 aprile 1921 “voluta dai cittadini ragusani, verrà deposta una corona di fiori e sarà ribadito il nostro impegno a lottare contro tutti i fascismi e tutte le guerre”.
La commemorazioe ha avuto l’adesione del Gruppo anarchico di Ragusa, della Confederazione Unitaria di Base (CUB), del Comitato di Base NO MUOS di Ragusa, del Circolo Lebowski, della Federazione del Sociale dell’USB, dell’AMR Controvento. Il comitato ’9 aprile 1921’ già lo scorso anno aveva ricordato come l’eccidio di Ragusa vada inserito in un più generale quadro di un anno, il 1921 appunto, “funestato nel Sud Est Siciliano dalle imprese omicide di uno dei movimenti fascisti più violenti e sanguinari d’Italia.
Basti ricordare alcuni dei principali episodi di quella che fu una vera e propria escalation stragista: il 29 gennaio 1921 a Vittoria aggressione armata di nazionalisti e fascisti contro i contadini socialisti presenti in piazza; subito dopo vengono saccheggiati e semidistrutti il circolo socialista, la lega dei contadini e il circolo Matteotti. Nella nottata muore per le ferite il consigliere comunale socialista Giuseppe Campagna. Il 29 maggio 1921 a Modica, una colonna di lavoratori mentre rientra da un’assemblea in campagna, viene assaltata a Passo Gatta da fascisti e guardie regie, i morti sono 7, centinaia i feriti. Il 18 giugno a Scicli gli squadristi terrorizzano la popolazione sparando: muore il bracciante Angelo Ficili. Il 7 luglio 1921 a Comiso viene ucciso il bracciante Luciano Agosta. Durante l’anno non v’è comune dove non siano state assaltate e bruciate le sedi delle organizzazioni sindacali e di sinistra.
Le amministrazioni rosse vengono costrette con la minaccia delle armi a dimettersi: a Vittoria il 16 marzo, a Scicli il 7 aprile, a Ragusa il 10 aprile, a Pozzallo il 12 aprile, a Modica il 19 aprile. E gli anni successivi non saranno affatto migliori…” (da.di.)