Confcommercio provinciale Ragusa si prepara per la protesta che, a partire da domani, sarà attuata dal presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, che è anche presidente provinciale di Ragusa; dal presidente provinciale Confcommercio Catania, Piero Agen, dal presidente provinciale Confcommercio Trapani, Pino Pace, e dal presidente regionale Fipe Sicilia, Dario Pistorio. Lo sciopero della fame è stato proclamato per chiedere una data certa in funzione delle riaperture dei pubblici esercizi che sono chiusi da mesi e che non possono più continuare ad andare avanti in questo modo. I vicepresidenti provinciali Confcommercio Ragusa, Antonio Prelati e Giorgio Moncada, hanno affrontato la questione nel corso di una riunione della Giunta provinciale convocata in videoconferenza.
Prelati, in particolare, che è anche commissario Fipe per il versante ipparino, ha chiesto che dalla protesta si passi contemporaneamente alla proposta, impegnando la disponibilità della deputazione regionale di tutte le province siciliane. “Redigiamo un documento – afferma Prelati – che chiediamo di sottoscrivere ai deputati regionali di tutta la nostra isola. E che, poi, presenteranno in aula per invogliare il presidente Musumeci ad assumere delle decisioni specifiche. A parole tutti sono disponibili, chiediamo che questa disponibilità ci sia anche con i fatti. Faremo girare il documento per tutte le nostre sedi provinciali chiedendo che i parlamentari all’Ars lo firmino e si impegnino per una riapertura, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza, di tutte le nostre attività”. Il vicepresidente provinciale Giorgio Moncada, commissario Fipe per il versante modicano, dal canto suo aggiunge: “I fatti di domenica scorsa a Milano evidenziano lo scollamento totale tra il palazzo e il sentire comune.
E’ come se fosse stato l’epilogo di quanto andiamo dicendo da tempo e, cioè, che così com’è non può più andare. Non è possibile che solo alcune categorie siano penalizzate tanto da rimetterci seriamente. Non stiamo parlando di alcune settimane di chiusura ma di mesi e mesi. Chi potrebbe mai sopravvivere in questo modo? E poi, quanto accaduto e quanto accade costantemente nei posti in cui si verificano assembramenti, rappresenta un insulto per quanti, ancora oggi, si ostinano a rispettare le regole temendo l’incremento dei contagi da Covid-19. Ecco perché ha senso una protesta estrema in cui fare sentire la nostra voce. Vogliamo fare sentire alta la nostra voce nel modo più silenzioso possibile. Adesso basta. E’ il momento di cambiare”.
I presidenti sezionali, la Giunta ed il Consiglio provinciale sosterranno l'iniziativa confrontandosi con i territori di appartenenza e le rispettive categorie per raccontare e fare valere le motivazioni dello sciopero della fame. Saranno collegati tutti i giorni, tramite piattaforma digitale, con il presidente sezionale per gli aggiornamenti e per confrontarsi sulle varie iniziative da intraprendere.