Ragusa Palazzo Tumino, il Sindaco non si arrende e ci riprova. Sembra, il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, uno di quegli innamorati che, nonostante dinieghi e silenzi da parte dell’amata, non si dà per vinto e continaua a sperare, ad insistere, a riprovarci, senza arrendersi. Fuor di metafora, accade che, visto il silenzio in cui è caduto il precedente avviso pubblico, sul sito istituzionale del Comune è stato pubblicato “in evidenza” un nuovo avviso pubblico informale di sollecitazione di proposte di iniziativa privata connesse ad un Contratto di Disponibilità o altre forme di Partenariato Pubblico Privato (PPP) per l’acquisizione, il completamento e la messa a disposizione dell’Amministrazione Comunale di Ragusa di “Palazzo Tumino” al fine di destinarlo a “cittadella giudiziaria”.A spiegare l’accaduto e anche i motivi per cui si è fatto ricorso al nuovo avviso, è lo stesso primo cittadino. “La pubblicazione di un nuovo avviso pubblico per Palazzo Tumino rappresenta l’occasione per fare il punto sugli obiettivi strategici che abbiamo per questo immobile e per tutta l'area circostante, elaborati fin dai primi giorni del nostro insediamento.
Questa enorme struttura di 9 piani, 3 interrati e 6 fuori terra, di 30mila mq. con ampie terrazze con vista su tutta la città, che si snoda con la forma di una imponente nave da crociera alle spalle del viale Ten. Lena per tutta la sua lunghezza, da Piazza Libertà a Piazza Gramsci, costeggiando l'area dell'ex Scalo merci non è stata mai fruibile. Una sorta di ferita aperta da decenni nel centro della nostra città; un immobile in buono stato che se completato ed utilizzato potrebbe contribuire a rianimare un’area che negli anni si è sempre più svuotata ed inaridita”. Dopo questa premessa Cassì spiega il contenuto dell’avviso appena pubblicato “il Comune ricerca un operatore economico con cui stipulare una particolare forma di partenariato pubblico-privato che prevede che l'investitore acquisti l’immobile e lo metta per 32 anni a disposizione dell'Ente che lo destini all'esercizio di pubblici servizi, in cambio di un canone annuo e dell'affidamento in gestione di alcuni servizi (es.: custodia, servizi digitali, pulizia, ecc.). Nel nuovo avviso, più appetibile del precedente, è previsto che all'investitore privato sia concessa la proprietà di 4.500 mq da utilizzare per finalità connesse (es. uffici, servizi mensa o di ristorazione, uffici bancari, postali, ecc. ).
Al termine dei 32 anni (2 di preammortamento senza canone) l’Ente potrà riscattare l’immobile”. Ed il sindaco di Ragusa prosegue esponendo le intenzioni dell’amministrazione per l’utilizzo futuro di questo edificio ‘monstre’ “nella previsione di utilizzo elaborata, circa 2/3 della struttura sarebbe destinata a cittadella giudiziaria di Ragusa e della intera provincia, aggregando in un unico immobile uffici che al momento si trovano dislocati in più parti della città (inclusi quelli di proprietà comunale di via Natalelli e Palazzo Ina in piazza San Giovanni, che sarebbero liberati e resi disponibili per altre finalità). Un'altra ampia superficie sarebbe occupata dal Comando provinciale della Guardia di Finanza con uffici annessi. Il canone annuo che il Comune di Ragusa pagherebbe all'investitore privato sarebbe coperto in tutto o in parte dal canone versato da dette amministrazioni (Giustizia e Finanza), secondo un piano economico finanziario coerente ed equilibrato”.
Dopo queste spiegazioni tecniche lo sguardo di Cassì vola in alto perchè, lo si sappia, anche i sindaci hanno un cuore “immaginate ora nel loro insieme l’ex Scalo merci con stazione dei bus con area mercatale ed altre aree attrezzate, la stazione rinnovata con la fermata principale della metroferrovia di superfice, Palazzo Tumino pulsante di uffici e di attività, Piazza del Popolo con il suo nuovo volto che a breve scopriremo, la Vallata Santa Domenica con i suoi storici percorsi finalmente recuperati e fruibile e la riqualificazione dell'area del City a ridosso della rinnovata Villa Margherita, ed avrete un’idea di città a cui lavoriamo”. Auguriamo al sindaco, ma lo auguriamo anche a noi ragusani, che il restante tempo della sindacatura, all’incirca altri due anni e mezzo o poco meno, possa esser sufficiente a tutte queste realizzazioni. Ricandidatura di Cassì a parte. Ma questa è un’altra storia. (da.di.)