Si è tenuto in Prefettura un incontro sul fenomeno dello sfruttamento lavorativo e del caporalato nella provincia iblea allo scopo di avviare un percorso virtuoso in materia attraverso l’istituzione di un “Tavolo di lavoro permanente”, inizialmente indirizzato al settore agricolo ma con l’intento in seguito di estenderlo anche agli altri settori interessati dal problema.
Al tavolo, presieduto dal Prefetto Filippina Cocuzza, hanno partecipato i rappresentanti degli enti locali dei territori della “fascia trasformata”, tra i quali il Sindaco del Comune capoluogo, il dirigente del Centro per Impiego e dell’INPS, nonché i responsabili delle Associazioni di categoria ed il Direttore della Caritas di Ragusa, i quali, hanno confermato l’impegno a creare una rete sinergica al fine di strutturare interventi concreti di prevenzione volti al contrasto dello sfruttamento lavorativo e del caporalato nei confronti sia dei cittadini stranieri che non. In apertura in Prefetto, nel fare una disamina generale del fenomeno sull’intero territorio provinciale, in particolare nelle zone dei Comuni di Acate, Comiso, Ispica, Ragusa, Santa Croce Camerina e Vittoria, con una consistente presenza di lavoratori stranieri, in particolare romeni di cui in gran parte donna, ha richiamato le iniziative avviate con il progetto FAMI in collaborazione con l’ASP e l’OIM, di cui la Prefettura è ente capofila.
Il “Tavolo di lavoro” avrà il compito non solo di monitorare il fenomeno, ma soprattutto di promuovere, attraverso la più ampia diffusione di una corretta informazione in materia di rapporto di lavoro, la regolarizzazione delle posizioni lavorative, grazie ai numerosi strumenti normativi puntualmente delineati dal Dirigente del Centro per l’Impiego che ha dimostrato i vantaggi anche economici delle assunzioni effettuate secondo le previste modalità. In tale ottica, un ruolo importante e determinante sarà anche quello delle Amministrazioni locali e delle Associazioni di categoria e sindacali che dovranno avviare mirate campagne di sensibilizzare e illustrare agli iscritti le opportunità offerte dalla legge per intraprendere, senza significativi oneri a carico dei datori di lavoro, un cammino di legalità.