Il ripascimento in atto della spiaggia di Casuzze, nel territorio del comune di Santa Croce Camerina, sta suscitando dubbi e perplessità, ma anche un certo allarme, tra i residenti e i proprietari di case di villeggiatura, e a farsene portavoce è l’associazione ‘Viviamo Casuzze’ che ha raccolto 1300 firme e che ha trovato massima disponibilità nella deputata regionale pentastellata Stefania Campo che ha chiesto chiarimenti alla Regione presentando una interrogazione di cui è prima firmataria.
Sulla spiaggia, molto frequentata sia da abitanti di Santa Croce ma anche e soprattutto da ragusani, la Regione, secondo quanto riferisce la Campo, “ha attivato un intervento che è stato finanziato per un importo di 660mila euro e che si sta realizzando non di certo nel periodo dell’anno più favorevole, viste le cattivissime condizioni climatiche di questi mesi con forti piogge e mareggiate. All’inizio dei lavori, fra l’altro, sarebbero stati posizionati sugli scogli dei massi di diversa dimensione, come a formare un piccolo pennello a mare, perpendicolare e in superficie. In seguito si è iniziato ad immettere sabbia e preparare il ripascimento della spiaggia, posizionandola direttamente sull’esistente, senza nemmeno avere l’accortezza di pulire l’arenile dall’accumularsi dei soliti rifiuti balneari e senza prevedere che le piogge invernali, comunque, si sarebbero riversate, fluenti, proprio sulla superfice dei lavori stessi”.
Ma, a parte tutto, è proprio la natura della sabbia utilizzata a destare le maggiori preoccupazioni dei residenti. Pare infatti che “sembra provenire da una cava non identificata nella documentazione oggi disponibile, e che, già a vista d’occhio, presenta differenze non di poco conto in ordine alla granulosità, consistenza, colore e compattezza”. E Stefania campo aggiunge “qualora fosse confermata la provenienza della sabbia da una cava si porrebbero notevoli dubbi sulla salubrità della stessa, poiché potrebbe essere estratta da cava soggetta a diversi tipi di inquinamento e pertanto suscettibile di creare, se non adeguatamente controllata e analizzata, un impatto ambientale non sottovalutabile, inquinando la spiaggia, l’arenile, le specie ittiche e ponendo i villeggianti a rischi per la propria salute.
Abbiamo chiesto, dunque, agli enti e agli uffici competenti in materia, un intervento di verifica sullo svolgimento dei lavori ed un’azione di controllo della sabbia e dei materiali utilizzati. La mia interrogazione alla Regione, e la conseguente richiesta di accesso agli atti, va pertanto intesa come una mia prerogativa che si pone esclusivamente come fini da una parte la tutela dell’ambiente oggetto dei lavori e dall’altra il dovere di garantire la sicurezza dei fruitori della spiaggia”. (da.di.)