“Il sistematico disinteresse nei confronti della volontà dei cittadini di Licodia Eubea, che di recente è stato già riscontrato in altre occasioni, rappresenta una nuova evoluzione, pericolosissima e dagli effetti ancora ignoti, nei rapporti tra i territori e le istituzioni regionali”. Usa parole durissime il sindaco di Ragusa Federico Piccitto per commentare la bocciatura, in Prima Commissione Affari Istituzionali dell’Ars, del ddl che sanciva, tra le altre cose, il passaggio del comune di Licodia Eubea al Libero Consorzio di Ragusa, nell’ambito della travagliata riforma delle ex-province. Eppure l’adesione del vicino comune montano (appartenente all’ex provincia di Catania) all’istituendo Libero Consorzio Ibleo era stata fortemente voluta non solo dall’amministrazione e dal consiglio comunale ma anche dall’intera cittadinanza che in un referendum si era espressa inequivocabilmente a favore dell’entrata nel novero dei comuni iblei. Un allargamento degli ex confini provinciali a cui il sindaco di Licodia, Giovanni Verga, e il presidente del consiglio comunale, Alessandro Astorino, avevano alacremente lavorato insieme al sindaco di Ragusa Piccitto e all’allora presidente del consesso cittadino Giovanni Iacono, premiati poi dal consenso popolare espresso nella consultazione referendaria. Ed invece è arrivata la bocciatura da parte della commissione dell’assemblea regionale siciliana, con quella che la nota ufficiale di Palazzo dell’Aquila definisce “un peggio a cui non c’è mai fine. Quando ingenuamente si pensa che si sia toccato il fondo, da Palermo si trova un modo sempre originale e nuovo per abbassare ancora l’asticella. Questa volta però, a fare le spese di un illusionismo politico che ormai è il vero segno distintivo a livello regionale, è la libera espressione democratica di un territorio, Licodia Eubea”. E Piccitto ricorda che “i cittadini di quel comune, il massimo consesso civico e quindi il più alto livello di rappresentanza avevano manifestato, in tutte le occasioni consentite, consultazione referendaria compresa, la propria volontà di entrare nel Libero Consorzio di Ragusa. L’atteggiamento da Fine Impero in sede di votazione da parte della Prima Commissione dell’Ars, incapace quindi perfino di rispettare e dare seguito a quanto chiesto a gran voce da un territorio e dai suoi abitanti, deve far riflettere come segnale evidente che il Palazzo, questa volta, non ha perpetrato l’ormai consueto attentato contro il futuro dei cittadini, ma ha deciso la distruzione definitiva della democrazia in quanto tale. Un modello, il sistematico disinteresse nei confronti della volontà dei cittadini di Licodia Eubea, che di recente è stato già riscontrato in altre occasioni, e che rappresenta una nuova evoluzione, pericolosissima e dagli effetti ancora ignoti, nei rapporti tra i territori e le istituzioni regionali”. Infine, il sindaco di Ragusa esprime il proprio ringraziamento per “l’impegno e la volontà di non piegarsi ad una logica incomprensibile e dannosa dimostrata dai i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle, ancora una volta unico baluardo nel marasma generale” ed esprime inoltre, “a titolo personale ed in rappresentanza della città di Ragusa, la vicinanza al sindaco di Licodia Eubea, Giovanni Verga, al presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Astorino, ai consiglieri comunali ed ai cittadini tutti” assicurando che “sicuramente non assisteremo, in maniera passiva, ad una decisione che appare come uno schiaffo alla democrazia ed alle istituzioni tutte”. (da.di.)