La promessa è allettante: perdere peso senza rinunciare a piatti abbondanti. Sembra un paradosso, eppure su questo principio si basa la dieta volumetrica, un regime alimentare ideato dalla nutrizionista statunitense Barbara Rolls, che attinge ai principi della dieta Mediterranea. La chiave sta nel “ingannare” il cervello scegliendo alimenti che offrono un grande volume con un basso apporto calorico.
Il principio della dieta volumetrica
La dieta volumetrica si concentra sul consumo di cibi con una bassa densità calorica ma un alto volume, tipicamente quelli ricchi di fibre e acqua. L’obiettivo è favorire un profondo senso di sazietà, riducendo così l’apporto calorico complessivo senza sentire la fame.
“La dieta volumetrica è un modello nutrizionale derivativo della più classica dieta Mediterranea e prevede l’utilizzo di alimenti poveri in macro-nutrienti e voluminosi nel piatto,” spiegano gli esperti. “Si prediligono carboidrati come gnocchi, patate e couscous che, rispetto alle controparti amidacee classiche come pasta, pane e riso, appaiono molto soddisfacenti all’occhio. Anche la pasta integrale è utilizzata. È molto consigliato l’utilizzo di verdure abbondanti, comprese quelle crude come finocchi e zucchine, che hanno un ridottissimo impatto calorico e sono ricche di acqua. Il pesce senza spine e la carne bianca sono le proteine migliori in assoluto in questo modello, poiché, essendo magrissimi, consentono di mangiare porzioni maggiori.”
I cibi che “ingannano” il cervello
Ma quali sono questi alimenti che “ingannano” il cervello? “Sono quelli che, una volta cotti o preparati, appaiono grandi, voluminosi, ricchi, sebbene apportino un contributo modesto alle calorie totali del programma,” chiariscono gli specialisti. La ragione è fisiologica: “La dilatazione fisica dello stomaco, una volta riempito di cibo, invia un segnale di sazietà al cervello. L’obiettivo è proprio quello, oltre a spegnere l’effetto compulsivo/psicologico del piatto tipicamente piccolo (e/o apparentemente vuoto) di una dieta ipocalorica.”
Come comporre un piatto volumetrico
Un piatto volumetrico ideale si compone di una porzione abbondante di verdura, magari sia cruda che cotta. A ciò si aggiunge un carboidrato molto idratato e una proteina magra. Un esempio pratico potrebbe essere un couscous di zucchine e pollo grigliato, accompagnato da un antipasto di insalata e succo di agrumi. È possibile includere anche formaggi magri.
Vantaggi e svantaggi: una soluzione a lungo termine?
I vantaggi di questa dieta sono principalmente psicologici: offre un approccio sensato per chi trova difficile affrontare diete restrittive. Tuttavia, comporta anche una certa monotonia e ripetitività. “Piattoni pienissimi delle medesime portate, che alla lunga portano a mollare,” avvertono gli esperti.
Sulla possibilità che sia una soluzione a lungo termine, le opinioni sono più sfumate: “Sì e no, dipende dal paziente. Sicuramente la motivazione fa la differenza. Il processo non è tra i più veloci, alla fine è una dieta mediterranea ristretta, che scarta o limita alcuni ingredienti. Il fattore noia potrebbe insorgere molto rapidamente.”
Controindicazioni: non adatta a tutti
La dieta volumetrica non è adatta a tutti e presenta diverse controindicazioni:
- Rapporto col cibo: Non è idonea per chi ha un cattivo rapporto col cibo, specialmente se si sposta verso i disturbi del comportamento alimentare. Viene definita “diseducativa” in quanto “approccia alla quota di cibo nel modo sbagliato, limitando le calorie ma dando l’illusione di mangiare.”
- Problemi gastrointestinali: Non è indicata per coloro che soffrono di gastrite, reflusso o che si sono sottoposti a chirurgia bariatrica, poiché pasti troppo voluminosi possono causare effetti collaterali.
- Calcolosi biliare e stipsi: È sconsigliata per chi ha problemi di calcolosi biliare, in quanto porzioni troppo generose di verdura possono rallentare eccessivamente la digestione e indurre colica biliare. Anche per chi soffre di stipsi può diventare problematica se l’apporto di acqua non è corretto.