Ragusa – È una storia di emigrazione, sacrifici e straordinaria affermazione professionale quella del dott. Alberto Distefano, uno dei protagonisti della 30ª edizione del Premio Ragusani nel Mondo, che si terrà il 26 e 27 luglio in piazza Libertà a Ragusa. La storia di Alberto Distefano è quella di un talento che ha saputo unire determinazione, studio e un forte legame con le proprie radici. Figlio dei ragusani Luigi e Lina, Alberto emigra con la famiglia negli Stati Uniti nel 1989, quando ha appena cinque anni. Da subito, nella nuova terra, si distingue per tenacia e curiosità, coltivando fin da giovane un interesse profondo per la medicina. Per potersi mantenere agli studi, non esita a svolgere anche lavori umili, dimostrando quello spirito di sacrificio che lo accompagnerà per tutta la vita.
Si iscrive all’Università del Connecticut, dove entra nel prestigioso “Honor Program” e si laurea nel 2005 con il massimo dei voti e la lode. Da lì inizia un percorso brillante e costante nel campo dell’oftalmologia. Dopo la specializzazione presso il Mount Sinai Hospital di New York, ottiene nel 2011 una borsa di studio in neuro-oftalmologia all’Università di Miami/Bascom Palmer Eye Institute, uno dei centri di riferimento assoluti negli Stati Uniti. Ma il suo cammino non si ferma: conquista una seconda fellowship di due anni in chirurgia plastica e ricostruttiva oftalmica presso la prestigiosa Yale School of Medicine.
Nel corso degli anni, assume ruoli di sempre maggiore rilievo. Prima alla Boston University School of Medicine come Direttore della Chirurgia Oculoplastica. Poi, dal 2022, torna al Mount Sinai Hospital di New York, dove guida la stessa specialità. Proprio quest’anno è stato reclutato per dirigere una disciplina medica altamente specialistica in un ospedale newyorkese tra i più riconosciuti a livello nazionale.
Autore di pubblicazioni scientifiche e vincitore di diversi premi, Alberto è oggi un punto di riferimento nel campo della chirurgia oculoplastica. Ma dietro ogni suo traguardo, c’è sempre il pensiero rivolto alla sua famiglia. A credere in lui per primo è stato il padre Luigi, scomparso nel 2021, che aveva scritto all’Associazione Ragusani nel Mondo per far conoscere la storia del figlio. Un desiderio paterno che oggi diventa realtà, simbolo di un riscatto familiare e di quella mobilità sociale che affonda le sue radici nel coraggio, nel lavoro e nella dedizione. Una storia che rappresenta migliaia di famiglie ragusane emigrate nel mondo in cerca di un futuro migliore per i propri figli.