Dopo mesi di incertezza, il Governo interviene per porre fine al “caos” sul bonus mamme lavoratrici. Il nuovo decreto economia, attualmente in discussione in Parlamento, introduce per il 2025 un contributo mensile di 40 euro destinato alle madri con specifici requisiti familiari e reddituali. Questa misura “ponte” arriva in attesa della decontribuzione strutturale, che è stata definitivamente posticipata al 2026.
Il “Bonus Ponte” per il 2025
Per l’anno in corso, il caos normativo generato dalla Legge di Bilancio si risolve con un assegno “postdatato”: un bonus di 40 euro al mese, erogato in un’unica soluzione a dicembre 2025. L’importo massimo annuale raggiungerà i 480 euro complessivi, a condizione che siano rispettati tutti i requisiti per ogni mese lavorato nel 2025.
Questa soluzione si rende necessaria a causa dell’impossibilità di emanare in tempo il decreto attuativo della misura di decontribuzione parziale inizialmente prevista per il 2025, che avrebbe garantito un incremento in busta paga ben superiore ai 40 euro. Tale esonero dal pagamento dei contributi pensionistici slitta dunque al 2026.
Cos’è il Bonus mamme lavoratrici 2025
Il nuovo bonus prevede per il 2025 un contributo di 40 euro netti, in quanto esente da tasse e contributi, per le lavoratrici con un reddito da lavoro annuo lordo fino a 40.000 euro. Questa somma una tantum, erogata a fine anno, può arrivare fino a 480 euro e viene riconosciuta dall’INPS su base mensile, in relazione ai mesi in cui si verificano le condizioni richieste.
Il bonus spetta fino al mese in cui i figli minori raggiungono il limite di età previsto dalla normativa, ma non esistono limiti di età per i figli più grandi o differenze per figli in affido o adottati. Inoltre, non rileva se il figlio non convive con la madre o sia stato affidato esclusivamente al padre.
A chi spetta e chi ne resta escluso
Per accedere al bonus, le madri devono essere lavoratrici dipendenti (pubbliche o private) o lavoratrici autonome (sia iscritte alle gestioni previdenziali obbligatorie che alle casse di previdenza professionale). L’applicazione del bonus varia in base al numero di figli e al tipo di contratto di lavoro:
- Lavoratrice dipendente a tempo indeterminato con 3 figli: ha diritto al bonus solo fino a quando il secondo figlio compie 10 anni.
- Lavoratrice a tempo determinato con 3 figli: ha diritto a 40 euro al mese fino a quando il figlio minore compie 18 anni.
- Lavoratrice con un figlio a gennaio 2025 e un secondo nato a settembre 2025: avrà diritto al bonus solo per i mesi da settembre a dicembre 2025, se la sua RAL è inferiore a 40.000 euro.
- Lavoratrice con due figli, il secondo dei quali compie 10 anni a maggio: avrà diritto al bonus da gennaio a maggio. Se è autonoma o a tempo determinato e partorisce il terzo figlio a luglio, avrà diritto al bonus per i mesi da luglio a dicembre, per un totale di 11 mesi di beneficio.
Purtroppo, non tutte le lavoratrici avranno accesso a questa misura. Sono escluse dal bonus:
- Le madri di un solo figlio (anche se disabile).
- Le lavoratrici domestiche.
- Le pensionate.
- Le libere professioniste che hanno aderito al regime forfettario.
- Le disoccupate.
Richiesta del bonus e futuro nel 2026
Al momento, le modalità di richiesta del bonus non sono ancora definite, in quanto il decreto è in fase di discussione parlamentare e potrebbe subire modifiche. Sarà l’INPS l’ente incaricato dell’erogazione. È probabile che la domanda debba essere presentata a ridosso della fine dell’anno, certificando la propria situazione mese per mese. Il bonus, pur se di importo fisso (40 euro mensili netti), non viene considerato ai fini ISEE.
Il decreto in discussione fa slittare la vera decontribuzione al 2026. A partire da quell’anno:
- Spetterà come parziale esonero contributivo alle dipendenti con due figli (il maggiore con meno di 10 anni) e reddito imponibile previdenziale (RAL) fino a 40.000 euro.
- Sarà riconosciuto come esonero contributivo parziale alle lavoratrici autonome (non in regime forfettario), con reddito fino a 40.000 euro e almeno due figli (il minore con meno di 10 anni).
- Prevederà l’esonero contributivo totale per la madre lavoratrice dipendente con almeno 3 figli (il minore con meno di 18 anni).
A partire dal 2027, l’esonero contributivo parziale per redditi fino a 40.000 euro spetterà a entrambe le categorie di lavoratrici che siano madri di almeno 3 figli, di cui il più piccolo con meno di 18 anni. L’importo dell’esonero varierà in base al reddito e sarà gestito direttamente dal datore di lavoro, comportando una riduzione della trattenuta dei contributi previdenziali in busta paga e un conseguente aumento dello stipendio netto.