Il Bonus Mamme, una misura di sostegno per le lavoratrici con figli, subisce alcune modifiche significative per il 2025. Sebbene l’esonero contributivo strutturale sia stato posticipato al 2026, è stata introdotta una misura ponte per l’anno in corso: un bonus una tantum che sarà erogato a dicembre. Questa novità mira a fornire un aiuto immediato alle madri lavoratrici, in attesa che la misura completa entri in vigore.
Chi può beneficiare del bonus una tantum 2025?
Il bonus una tantum è destinato alle lavoratrici madri di due figli che rispettano specifici requisiti:
- Lavoratrici dipendenti: sono escluse le collaboratrici domestiche.
- Lavoratrici autonome: devono essere iscritte a gestioni previdenziali obbligatorie (incluse casse professionali e Gestione Separata INPS).
- Il beneficio spetta fino al mese in cui il secondo figlio compie dieci anni.
- Il reddito da lavoro non deve superare i 40.000 euro annui.
Dettagli sull’importo e l’erogazione
Il bonus, erogato dall’INPS, ammonta a 40 euro mensili per ogni mese o frazione di mese di vigenza del rapporto di lavoro o dell’attività autonoma nel 2025. Questo importo, non imponibile a fini fiscali e contributivi, non incide sull’ISEE.
Le mensilità decorrono dal 1° gennaio 2025 fino a novembre e saranno corrisposte in un’unica soluzione a dicembre. L’importo massimo del bonus una tantum può raggiungere i 480 euro netti.
Esempio pratico: Se una lavoratrice come Carla, madre di due figli (di 3 e 5 anni) e con un reddito inferiore a 40.000 euro, ha un rapporto di lavoro attivo dal 1° gennaio 2014, riceverà a dicembre 2025 l’intero importo di 480 euro netti.
Madri con più di due figli: una casistica specifica
Le lavoratrici madri autonome con più di due figli, iscritte alle medesime gestioni previdenziali e con un reddito non superiore a 40.000 euro annui, possono anch’esse accedere al bonus una tantum. Per loro, il beneficio si estende fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.
Tuttavia, è importante notare una differenza cruciale: queste lavoratrici riceveranno i 40 euro mensili solo per i mesi in cui non hanno un rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Questo per evitare la sovrapposizione con l’esonero contributivo già previsto per le madri con tre o più figli e un contratto a tempo indeterminato, introdotto dalla Manovra 2025.
Prossimi passi: istruzioni INPS
Per conoscere le modalità precise di accesso al bonus una tantum, si attendono le istruzioni ufficiali dell’INPS tramite apposite circolari o messaggi.
Cosa cambia dal 2026?
A partire dal 2026, salvo ulteriori modifiche normative, le madri che hanno beneficiato del bonus una tantum nel 2025 potranno accedere alla riduzione parziale dei contributi IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti), introdotta dalla Manovra 2025. Questa misura sarà disponibile per:
- Lavoratrici dipendenti (escluse domestiche).
- Lavoratrici autonome con redditi specifici (autonomo, impresa, partecipazione, escluso regime forfettario).
- Madri di due o più figli, fino al mese del decimo compleanno del figlio più piccolo. Dal 2027, per le madri di tre o più figli, l’esonero si estenderà fino al diciottesimo compleanno del figlio più piccolo.
- Il limite di reddito imponibile ai fini previdenziali rimane di 40.000 euro annui.
Inoltre, nel 2026, le madri di tre o più figli con contratto a tempo indeterminato continueranno a beneficiare dell’esonero IVS totale, per poi passare all’esonero parziale dal 2027.