Buone notizie per milioni di italiani alle prese con cartelle esattoriali: il governo sta mettendo a punto un piano di pace fiscale che includerà la “rottamazione quinquies” e un atteso taglio dell’IRPEF, misure destinate a essere inserite nella Legge di Bilancio 2026. L’obiettivo è duplice: offrire un’opportunità di regolarizzazione ai contribuenti e, al contempo, snellire l’enorme carico di crediti inesigibili per l’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Rottamazione Quinquies: nuova vita per i debiti fiscali
La quinta edizione della rottamazione delle cartelle è un provvedimento su cui l’esecutivo punta con decisione. Come confermato dal Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, la misura mira a risolvere non solo le difficoltà dei contribuenti, ma anche i problemi gestionali dell’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia). Molte cartelle, infatti, hanno un costo di gestione superiore al loro effettivo valore o sono di fatto irrecuperabili, rendendo la loro riscossione antieconomica. L’obiettivo è alleggerire il carico e, al contempo, recuperare gettito.
La proposta, avanzata dalla Lega, consentirà il pagamento dei debiti relativi alle cartelle esattoriali emesse fino al 31 dicembre 2023, con un significativo taglio di sanzioni, interessi e aggio di riscossione. I pagamenti potranno essere dilazionati fino a 120 rate mensili di pari importo, pari a dieci anni. Un’importante novità per i contribuenti in difficoltà è la possibilità di posticipare fino a otto rate, anche non consecutive, senza perdere i benefici della rottamazione. Questo rappresenta un notevole miglioramento rispetto alla precedente rottamazione quater, dove bastava una sola rata non pagata per decadere dal beneficio.
Chi potrà accedere alla Rottamazione Quinquies
La rottamazione quinquies dovrebbe interessare i carichi affidati alla riscossione tra l’inizio del 2000 e il 31 dicembre 2023. Tra i debiti che potranno essere “rottamati” rientrano:
- Cartelle di tributi locali
- Multe stradali
- Bollo auto
- Tributi erariali
Tuttavia, è fondamentale ricordare che non tutti i debiti potranno essere oggetto di definizione agevolata. Sono esclusi dalla rottamazione quinquies:
- Debiti già oggetto di altre definizioni agevolate (ad esempio, le cartelle in corso di pagamento con la rottamazione quater).
- Somme dovute per il recupero di aiuti di Stato dichiarati illegittimi dall’Unione Europea.
- Crediti per danni erariali derivanti da condanne della Corte dei Conti.
- Multe e sanzioni derivanti da condanne penali.
Il governo mira a riscuotere quasi la metà degli oltre 1,2 miliardi di euro di crediti pendenti, ma con un approccio più selettivo. Il Viceministro Leo ha infatti chiarito che la sanatoria non sarà “erga omnes”, ma rivolta solo a chi si trova in effettiva difficoltà economica, per evitare abusi.
Il Taglio IRPEF per il ceto medio
Accanto alla rottamazione quinquies, la Legge di Bilancio 2026 porterà un atteso taglio dell’IRPEF, volto ad alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio. Questa misura, fortemente voluta da Forza Italia e ribadita dal Vicepremier Antonio Tajani, interesserà i contribuenti con redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro, con la possibilità di estendere la fascia reddituale fino a 60.000 euro.
Il taglio consisterà nella riduzione dell’aliquota del secondo scaglione, dal 35% al 33%. Questo si tradurrebbe in un risparmio fiscale potenziale fino a 1.440 euro annui sulle tasse da versare.
Le polemiche e la sfida dell’evasione
Nonostante l’ottimismo del governo, l’opposizione si preannuncia “battaglia” su queste misure, evidenziando il problema di fondo della grande evasione fiscale. La sanatoria, infatti, tende a coinvolgere principalmente coloro che sono già “raggiungibili” dal Fisco, lasciando irrisolto il nodo dei grandi evasori. Con l’urgenza di risorse per lo Stato (e la destinazione del 5% del PIL alla difesa), la necessità di accelerare anche nella lotta all’evasione resta una sfida cruciale.