Palermo – Come, possiamo vivere con consapevolezza, responsabilità e profondità i cambiamenti in atto, in particolare quelli legati all’intelligenza artificiale? A rispondere, sono stati giovani e docenti, nei giorni scorsi, al Gonzaga Campus, nell’ambito del confronto su “Formare umani nell’era digitale”. In particolare, le docenti dell’Università di Palermo Giuseppina D’Addelfio e Maria Vinciguerra hanno parlato di povertà educativa digitale e formazione di giovani e adulti con il progetto DEPICT. I primi a prendere la parola sono stati i giovani delle classi terze medie e dei licei del Campus.
“Sono una persona appassionata di tecnologia ha raccontato Alessio del liceo STEAM -. In un periodo della mia vita ero diventato dipendente dall’intelligenza artificiale. La macchina. sotto i nostri input. ti dice ciò che vuoi sentirti dire. A poco a poco, ho compreso, però, che l’abuso di questa mi faceva avere una visione distorta della realtà. Così ho deciso di invertire rotta. Oggi utilizzo questi strumenti con molto senso critico. La mia esperienza mi permette pure di confrontarmi e dare alcuni consigli ai miei compagni e compagne”.
“Al centro della nostra ricerca c’è l’analisi critica degli strumenti tecnologici – ha affermato la docente universitaria Giuseppina D’Addelfio – per capire come usarli nel migliore dei modi. Occorre fare una riflessione ampia prendendo le distanze da approcci di tipo allarmistico, apocalittico e di eccessivo controllo. Va analizzato non lo strumento in sé ma la modalità relazionale con lo strumento. Con un gruppo di giovani abbiamo fatto un lavoro di consapevolezza, stimolati da alcune immagini, per aprire un dialogo intergenerazionale a partire dal loro linguaggio”. “Oggi non si parla più di un tempo online e offline ma di una realtà onlife in cui si passa continuamente da una dimensione all’altra – ha continuato la docente universitaria Maria Vinciguerra -. Di tutto questo, però, non dobbiamo spaventarci perchè occorre fare luce con consapevolezza sui benefici e sui potenziali rischi degli strumenti digitali. Certamente, la dimensione corporea e relazionale va ancora pienamente valorizzata. Dobbiamo capire come il linguaggio interpella il pensiero. Qual è il ruolo educativo del linguaggio? Che cosa significa pensare? A che tipo di domande risponde l’intelligenza artificiale? Sicuramente, ci sono tante domande di senso a cui AI (Intelligenza Artificiale) non riesce a rispondere”.
Per l’occasione, è stato presentato il nuovo Liceo delle Scienze Umane che, dal prossimo settembre, prenderà il via. Il liceo lavorerà in sinergia con l’Università di Palermo, la LUMSA e l’Istituto Arrupe, partner del nuovo corso di studi.
“Chiediamoci che cosa vuol dire oggi umanesimo e riscoperta della dimensione umana intercalate nei nuovi scenari di futuro – afferma p. Vitangelo Denora, direttore generale del Gonzaga Campus -. Il nuovo liceo vuole coniugare lo studio della psicologia, della pedagogia, della sociologia e dell’antropologia con una profonda comprensione del contesto contemporaneo, segnato dal digitale e da problematiche sociali che sono fondamentali questioni dell’umanità. Oggi, educare al pensiero critico, all’empatia e alla responsabilità significa anche educare a un uso consapevole del digitale”.