L’INPS ha comunicato le date di pagamento dell’Assegno Unico Universale per il mese di maggio 2025. Come indicato dal messaggio n. 111 del 13 gennaio 2025, per i beneficiari che non hanno modificato la propria situazione economica, l’accredito è previsto intorno al 20 maggio.
Pagamenti di maggio: le date
Secondo le conferme dell’INPS, i pagamenti dell’Assegno Unico di maggio 2025 partiranno tra domenica 18 e martedì 20 maggio per tutti i beneficiari con ISEE aggiornato nei termini e senza variazioni rispetto ai mesi precedenti.
Situazione diversa per chi ha aggiornato l’ISEE in ritardo o ha comunicato variazioni nel nucleo familiare (nascite, variazioni di reddito, ecc.). In questi casi, l’elaborazione richiede tempi tecnici più lunghi e l’accredito potrebbe slittare verso la fine del mese.
Come controllare l’importo e la data di pagamento
Per verificare con precisione la data di pagamento e l’importo spettante per maggio, è possibile accedere all’area personale sul portale www.inps.it utilizzando le credenziali SPID, CIE o CNS. Una volta autenticati, seguire il percorso: “Prestazioni e Servizi” -> “Assegno Unico e Universale” -> “Consultare lo storico dei pagamenti”.
Chi ha difficoltà ad accedere online può rivolgersi agli uffici INPS o ai patronati.
ISEE: fondamentale per l’importo corretto e gli arretrati
L’Assegno Unico viene rinnovato automaticamente per chi ha già una domanda attiva, ma l’importo dipende dall’ISEE. In assenza di una Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) aggiornata per il 2025, l’INPS eroga l’importo minimo previsto dalla legge.
La scadenza per aggiornare l’ISEE è fissata al 30 giugno 2025. Chi provvede entro tale data vedrà ricalcolati gli importi a partire da marzo 2025 e riceverà automaticamente gli arretrati. Chi supera questo termine perderà la differenza e continuerà a percepire solo l’importo minimo.
Cosa si rischia a non aggiornare l’ISEE
Il mancato aggiornamento dell’ISEE entro il 30 giugno 2025 può comportare una significativa perdita economica, in quanto non verranno calcolate le maggiorazioni legate al reddito, al numero di figli, alle disabilità e ad altre condizioni specifiche. È quindi cruciale non rimandare l’aggiornamento della propria situazione economica.