Ragusa – E se il progetto di riqualificazione della via Roma appena presentato in conferenza stampa ha immediatamente incassato perplessità e diciamolo pure critiche da associazioni ‘ex amiche” dell’amministrazione come Ragusa al centro, che conta tra i membri anche le due consigliere comunali Cettina Raniolo e Corrada Iacono, figuriamoci cosa potevano dire gli avversari politici, soprattutto Territorio che a Cassì ed alla sua compagine di governo mai ne ha lasciata passare una senza contestarla. E quindi eccoci a quanto dichiara il movimento fondato da Nello Dipasquale e che nel deputato regionale dem continua a trovare il proprio referente politico “l’esecutivo di segreteria di Territorio Ragusa considera una vera e propria forzatura buttare al vento l’avvenuta riqualificazione della via Roma, addebitando al progetto la desertificazione che scaturisce, invece, dal fallimento delle politiche per il centro storico”. Doverosa premessa, per Territorio, che non manca mai di tessere elogi e lodi di quanto fatto da Dipasquale ai tempi delle sindacatura.
Poi insiste “severo il giudizio sul nuovo progetto di riqualificazione di via Roma e ancor più discutibili le strategie che hanno animato lo spirito del cambiamento. Considerare l’aspetto e l’immagine della via Roma come causa della desertificazione commerciale e di frequentatori della via, addebitando al vecchio progetto le criticità della via è pura provocazione politica.. Ormai l’amministrazione Cassì è arrivata a raschiare il fondo del barile del consenso per cercare di sopperire ai fallimenti delle politiche per il centro storico”. Più chiaro di così… Poi Michele Tasca, presidente dell’organo direttivo del movimento prosegue “per attirare luce sulle nebulose politiche di questa amministrazione, gli assessori fanno a gara per trovare capri espiatori per tutto quello che non va: la gente non abita in centro perché qualcuno ha voluto le zone di espansione per edilizia pubblica e agevolata, la desertificazione commerciale in centro è dovuta alle scelte per i centri commerciali, lo sviluppo economico fermo al palo è dovuto alla pandemia, le politiche turistiche e culturali, per un verso o per un altro sono sempre da ricondurre alle motivazioni citate.
Non c’è nemmeno la capacità di guardare oltre il proprio naso e valutare le identiche situazioni di tanti altri centri storici, di città più grandi e con tradizioni di alto livello turistico, culturale e commerciale. Si vuole coprire la totale inadeguatezza ad amministrare una città, si vorrebbe non far risaltare l’assenza di politiche urbanistiche per il centro storico, la totale immobilità per il piano particolareggiato del centro storico, per il nuovo PRG, si vanta il piano di dettaglio del quale non si intravede l’inizio di qualche benefico effetto, ci si trastulla sui progetti ereditati, senza riuscire a cavare un ragno dal buco, per la metroferrovia, per la vallata Santa Domenica, per l’area dell’ex scalo merci, per le opere pubbliche in centro storico, tutte cose che chissà quando vedranno la luce e che, comunque, senza adeguate politiche strategiche, per il turismo, per la cultura, per la vivibilità del centro storico, resteranno solo cattedrali nel deserto determinato dall’incapacità politica”. Poi Tasca prosegue ancora con sarcasmo “abbiamo letto e sentito che servono panchine scomode per non invogliare alla sosta, serve eliminare i bordi sopraelevati, definiti da qualcuno ‘muretti’, delle aiuole, per favorire l’accesso ai negozi, come pure occorre spostare gli alberi perché impediscono la visione delle vetrine. Strutture per fare i selfie serviranno per veicolare l’immagine di Ragusa nel mondo, serve una nuova illuminazione, ma quella nuova recente di piazza Stazione non è certo abbagliante. Speriamo in meglio per via Roma.
Tutto quanto adiacente a via Roma, può restare nella desolazione più totale. Piuttosto provvederemo a chiudere anche il breve tratto che da via Salvatore immette al ponte nuovo perché trasformeremo quest’ultimo in un dehors gigante, con panchine, zone giochi e affaccio sulla vallata per godere di orti urbani e vegetazione fitta. Quello della copertura di via Roma, che copertura non è, almeno da quello che è trapelato dalla conferenza stampa, è la ciliegina sulla torta di questa ultima esibizione dell’amministrazione che offende anche il luogo dove si è svolta, abituato, nella storia, a ben altre e più qualificate presenze e a interventi di altro livello”. Quindi Michele Tasca passa alle conclusioni “si confida in una forte reazione della città, non certo per una situazione ormai irreversibile, ma per arginare tentativi di cambiamento finalizzati solo a coprire le inefficienze. I progetti in questione riguardano tutti i cittadini e non possono restare fardello della città quando questi amministratori saranno restituiti agli affetti familiari. Ci sono scelte che non possono essere affidate alla veduta dei singoli, ma debbono guardare al futuro che non sarà sempre, fortunatamente, targato Cassì. Non è la prima volta che la città è stata amministrata male, ma sono venuti, poi, i momenti della restaurazione”.
A dare man forte al segretario dell’esecutivo di Territorio Michele Tasca interviene anche il segretario cittadino del movimento, Raffaele Schembari, che afferma “di condividere i rilievi del Presidente Tasca e del suo Esecutivo di Segretaria” e anticipa che “si sta lavorando all’organizzazione di un incontro per dibattere la scottante tematica del centro storico, nei confronti del quale ritardi, inefficienze e inadeguatezza dei programmi rischiano di determinare una condizione di irreversibile degrado”. (da.di.)