Ragusa – Esitato nella seduta del consiglio comunale di martedì pomeriggio l’argomento relativo alle modifiche dello statuto comunale, con 17 voti favorevoli, ovvero i 15 della maggioranza e quelli di Gianni Iurato di Ragusa Prossima e di Giorgio Mirabella di Insieme, mentre 5 stelle e Pd non hanno partecipato alla votazione. Le novità più significative sono la possibilità di poter costituire un gruppo anche se comprensivo di un solo consigliere (cosa che appunto avvantaggia Iurato e Mirabella finora costretti a convivere nel gruppo misto, pur nella diversità delle loro posizioni politiche), il fatto che le commissioni consiliari non riceveranno gettone di presenza se si riuniranno per esaminare una problematica, e non per esprimere i loro pareri obbligatori seppur non vincolanti, l’abolizione della Commissione Trasparenza.
E naturalmente diverse sono le valutazionii sull’operato del consiglio. Daniele Vitale, consigliere della lista Cassìsindaco e presidente della Commissione Affari generali, che ha più volte affrontato la questione delle modifiche, esprime soddisfazione perchè“abbiamo messo un punto fermo su una questione cruciale che presupponeva un adeguamento normativo dello statuto, a cominciare dalla commissione Trasparenza, che infatti è stata abolita e che quindi, già da subito, non esisterà più, oltre alla costituzione dei gruppi consiliari unipersonali, anche in questo caso per rispondere a specifiche esigenze normative”.
Vitale si sofferma anche sull’altro argomento delle commissioni che, dicevamo all’inizio, “se si riuniranno solo per esaminare una problematica, e non già per esprimere pareri obbligatori ma non vincolanti rispetto ai punti che dovranno essere in seguito trattati dal civico consesso, non prevedono il gettone di presenza per i commissari”. Insomma, per Daniele Vitale “quella che abbiamo portato avanti, grazie all’input proveniente dall’amministrazione comunale e dalla conferenza dei capigruppo è un’azione di rivisitazione molto importante che ci ha permesso di adeguare sul piano normativo lo statuto comunale del nostro ente locale territoriale. Un altro consigliere di maggioranza, Carmelo Anzaldo evidenzia con forza che “con la modifica dello statuto del Comune di Ragusa, l’espressione di rappresentanza ottiene un adeguato riconoscimento” e spiega “la modifica allo statuto comunale approvata consente, soprattutto, di formulare una riflessione attenta sull’espressione di rappresentanza della sovranità popolare che non sarà più calpestata come accadeva in passato”.
Si tratta “della aggiunta inserita nell’articolo 24, il comma 3, che consente, in pratica da subito, la costituzione di gruppi unipersonali in seno al civico consesso. Insomma una modifica che sancisce un principio democratico molto importante, un riconoscimento ai singoli consiglieri che fanno parte di un partito e di un movimento e che, però, erano costretti a rimanere nel gruppo misto perché per costituire un gruppo dovevano essere almeno in due. Quindi, in particolare, nel nostro caso specifico, due consiglieri (Gianni Iurato e Giorgio Mirabella n.d.r.) beneficeranno di questa modifica che ho votato favorevolmente anche perché è legittimata la sovranità popolare così come, tra l’altro, recita l’articolo 1 della nostra Costituzione. Qualora tale principio venisse calpestato, verrebbero meno le garanzie di rappresentanza nei confronti dei cittadini. Verrebbe, insomma, a mancare proprio questo principio che lega il cittadino al consigliere stesso”.
Ed ora invece ascoltiamo le critiche a quanto approvato dal consiglio. Critiche che provengomo dai due consiglieri dem Mario Chiavola e Mario D’Asta che “chiariscono perchè hanno abbandonato l’aula al momento del voto sulle variazioni da apportare allo statuto dell’ente”. Critiche già evidenti nel loro preambolo “anche in questa occasione la fretta, figlia di mancanza di cultura democratica e senso istituzionale, mista a prevaricazione per la forza dei numeri, è stata cattiva consigliera dell’azione politica portata avanti dalla maggioranza. Nonostante le nostre specifiche istanze, non ci è stato consentito di scendere più nel dettaglio con riferimento a 8 punti che, secondo noi, meritavano un approfondimento maggiore.
Non è stato assolutamente democratico non consentirci di spezzettare questi punti per esaminarli più da vicino”. Dopo aver chiarito che “abbiamo deciso di non votare lo statuto non certo perché non vogliamo che i consiglieri Mirabella e Iurato siano riconosciuti come gruppi unipersonali” Chiavola e D’Asta chiariscono “piuttosto, ci è stato impedito di capire le ragioni che hanno portato all’abolizione della commissione Trasparenza e non lo diciamo, di certo, per interessi di parte (Mario D’Asta ne era il presidente n.d.r.), così come non si è compresa la ragione per cui, ancora sino a ieri, in seno allo statuto, insisteva la presenza dei consigli di quartiere che, invece, erano stati di fatto soppressi nel 2009 e nel 2011 non erano stati più rieletti.
Se i consigli di quartiere erano rimasti, perché non fare lo stesso con la commissione Trasparenza lasciandola, perlomeno, operativa sino alla conclusione dell’attuale mandato consiliare? Ecco, avevamo chiesto di fare luce su alcuni, per noi, punti oscuri. E, invece, quest’approccio destrorso, che caratterizza l’azione della Giunta Cassì, sostenuta da forze di destra radicale, fa sì che non riesca a prevalere la cultura del confronto che invece dovrebbe essere garantita in seno al Consiglio comunale che rappresenta tutta la città. Non abbiamo accettato questo modo di fare e, per questo, abbiamo deciso di abbandonare l’aula, in segno di protesta, al momento del voto”. (da.di.)