Si è svolta ieri sera, primo agosto, a Marina di Ragusa, la cerimonia di intitolazione dell’ex via 506, all’agente di polizia Giorgio Tidona, nato a Ragusa il 16 luglio 1920 e ucciso l’8 novembre del 1944 dai partigiani jugoslavi di Tito, entrati a Zara dopo che i nazisti avevano abbandonato la città.
Fu fucilato nell’isola di Ugliano insieme ad altri commilitoni e civili, vittime dei sanguinosi eventi che segnarono la fine della seconda guerra mondiale, che vengono ricordati come i massacri delle foibe, una pagina nera della storia del 900, poco conosciuta e poco raccontata. Il corpo di Giorgio Tidona non fu mai ritrovato. Alla presenza dei numerosi parenti, nipoti e pronipoti di Giorgio Tidona, dei rappresentanti istituzionali e militari, il vicesindaco Giovanna Licitra ha rimarcato la condotta esemplare che contraddistinse Giorgio Tidona in quei mesi difficili e tragici, restando a difendere con onore la popolazione civile rimasta a Zara. Come ha ricordato uno dei familiari, Giovanni Di Quattro, la famiglia di Giorgio Tidona non ha mai saputo niente del loro congiunto eccetto che era stato dichiarato disperso in guerra e, grazie ad una ricerca specifica in un sito della Polizia di Stato, si è risaliti alla data di morte e scoperto in che modo era stato ucciso.
Grande la commozione dei parenti, specie di 4 nipoti (Angelo, Angela, Giuseppina e Salvatore Tidona) ed una cognata che lo avevano conosciuto. E’ intervenuto il consigliere comunale Gianni Iurato, che ha seguito l’iter dell’intitolazione collaborando con la famiglia, sottolineando l’alto valore simbolico dell’intitolazione che va esteso anche a tutti quelli che indossavano la divisa reale dei Carabinieri, della Regia Questura e Regia Guardia di Finanza perché, all’epoca dei fatti, furono gli ultimi ad andare via, rimanendo vicino alla cittadinanza, a cui apparteneva una cospicua comunità italiana, nonostante fossero ben consapevoli del rischio che correvano.
A ribadire il coraggio e il profilo etico di Giorgio Tidona anche il Questore di Ragusa Salvatore La Rosa che ha espresso la soddisfazione della Polizia di Stato per questo omaggio collettivo ad un giovane ragusano morto a soli a 24 anni nell’adempimento del suo dovere, perseguendo con caparbietà la missione di stare vicino alla gente, di proteggere i civili e mantenere l’ordine pubblico.