E’ una di quelle tipiche vicende italiane, che potrebbero risultare molto utili ma che rimangono invece avvolte nel mistero. Parliamo dei militari in regime di ausiliaria, un pratica un periodo transitorio durante il quale il militare, in occasione della cessazione del rapporto permanente di impiego e, in alternativa, al congedo in riserva, può essere richiamato dalla pubblica amministrazione della sua provincia di residenza per un periodo di cinque anni.
Insomma uno strumento importante per i Comuni grazie al quale, facendo apposita richiesta, potranno attingere, senza oneri, al personale della Difesa ausiliaria, competenze utili per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini. Un Comune ha necessità di un professionista? Di un biologo? Di un informatico o ingegnere specializzato? Il sindaco, o un suo delegato, potranno contattare la direzione del personale militare e chiedere se tra le forze armate ci siano professionisti in ausiliaria residenti presso la provincia stessa e chiamarli in supporto dell’amministrazione per i 5 anni previsti. Il tutto, appunto, senza alcun costo supplementare per la pubbliche amministrazioni dato che il militare in quei 5 anni continuerà ad essere pagato dalla Difesa.
A rendere nota questo istituto dell’ausiliaria è la deputata grillina Marialucia Lorefice, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, che informa che sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato l’elenco dei militari che si trovano in regime di ausiliaria e che ha “provveduto a contattare i sindaci della nostra provincia perché il ricorso al personale della Difesa in ausiliaria può davvero essere un piccolo ma significativo aiuto anche per i Comuni. Sul sito web del Ministero della Difesa è stata inserita un’apposita finestra per semplificare le richieste di Comuni, Regioni e pubblica amministrazione circa la disponibilità di militari in ausiliaria da impiegare a tutela dei territori e delle nostre comunità. È possibile far pervenire le richieste dei militari in ausiliaria alla Direzione Generale per il Personale Militare (PERSOMIL) indicando in modo specifico la competenza che occorre al Comune”.
E la Lorefice prosegue “si tratta di un passo avanti importante per affermare un modello di Difesa che sappia integrare le esigenze della sicurezza nazionale con la salvaguardia dei territori e la tutela delle comunità per scopi non militari. Mi preme evidenziare che tale strumento è sempre esistito ma i Governi precedenti non hanno mai saputo davvero metterlo a disposizione dei Comuni o delle Regioni, anche perché non erano mai state pubblicate le liste con i nominativi e quindi diventava difficile per i Comuni poter richiedere questo tipo di supporto. Oggi, grazie al nostro Governo, lo abbiamo messo finalmente a sistema, andando a sostenere anche centinaia di Comuni che, privi dei piani di emergenza per pubbliche calamità, potranno dunque avvalersi di queste professionalità”. (da.di.)