Giuseppe Panascia sarebbe entrato ed uscito da casa in orari compatibili con il delitto dell’ex moglie Maria Zarba, tracce di sangue sono state inoltre rilevate sulla portiera dell’automobile dell’uomo, sulla maniglia e all’interno.
Nuovi dettagli emergono dalle indagini degli inquirenti sull’omicidio della donna 66enne trovata giovedì scorso dal nipote con il cranio fracassato all’interno della sua casa di via Hodierna. Ieri il giudice per le indagini preliminari, Ivano Infarinato, ha reso note le motivazioni che lo hanno portato alla convalida del fermo e la disposizione della custodia in carcere di Panascia per la pericolosità del soggetto, per il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove. L’arma del delitto non è stata ancora trovata. L’uomo da parte sua intanto continua a negare ogni addebito.
L’avvocato difensore dell’uomo, Valentino Coria ha detto che si attendono adesso le analisi e le risultanze scientifiche per capire a chi appartiene il sangue trovato nell’auto e per effettuare eventuali ulteriori valutazioni.