Le abitudini degli italiani nel quotidiano sono state sconvolte da diversi anni a questa parte. A guidare il cambiamento l’innovazione tecnologica, che ha “colpito” settori che inizialmente sembravano non poter mai essere coinvolti. È il caso del mondo finanziario, che con i suoi servizi ha subito una vera e propria rivoluzione fino a trasformarsi in fintech. Attraverso questa disciplina, cambia l’approccio a soldi, transazioni e affari. Nel recente passato, era necessario passare ore in fila presso un istituto bancario per effettuare un bonifico, ora bastano pochi click o qualche “tap” da uno smartphone per completare uno spostamento di denaro da un conto all’altro. Il processo di evoluzione tecnologica del Fintech non rappresenta però una minaccia per alcuno degli attori coinvolti nei professi finanziari. Il cliente, infatti, riduce i tempi d’attesa, ne beneficia in chiarezza e trasparenza e riesce ad amministrare i propri risparmi in pochi passaggi senza dover necessariamente ricorrere all’ente erogatore. Le banche e gli altri istituti che erogano prodotti finanziari, invece, ne guadagnano nella riduzione delle spese e nella maggiore aderenza del servizio offerto alle necessità del cliente.
In virtù di questo cambiamento, cambia anche l’approccio del marketing, la propensione all’utilizzo di un altro tipo di strumenti tecnologici, si evolve il comportamento degli utenti e si modifica pure la pubblicità online. A certificare questa serie di innovazioni è uno studio di Semrush, che attraverso uno studio ha analizzato gli ecosistemi digitali del Regno Unito, degli Stati Uniti, di Italia, Francia, Spagna, Germania e Brasile.
Per quel che riguarda il panorama italiano, gli utenti cercano con maggiore frequenza keyword come “opportunità di consolidamento debiti”, “mutuo immobiliare” e “leading finanziario”, ma sono in crescita tutte le parole chiave inerenti quei prodotti finanziari in grado di generare crediti a lungo termine, con una tendenza ribaltata rispetto a quanto avviene principalmente nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
Il popolo italiano del web atterra sui siti di fintech direttamente, ossia digitando direttamente la url nella barra del dominio oppure salvando la pagina tra i preferiti. Meno impattanti risultano invece gli annunci a pagamento e i social media, mentre hanno influenza pressoché nulla sia le campagne di digital advertising che l’email marketing. In virtù del già citato cambio di prospettiva, gli utenti che cercano siti e prodotti fintech si orientano sempre più verso il mobile. Allo stato attuale, il desktop origina ancora il 57% del traffico, ma la crescita costante del mobile e la compatibilità dei portali nazionali con una visualizzazione da smartphone e tablet fa intuire la direzione in cui si muovono e si muoveranno gli utenti nel prossimo futuro.
Accanto agli istituti bancari, che risultano ancora tra i più cercati in assoluto, salgono anche le quotazioni di altri “interpreti” del fintech. Dal factoring di Credimi al social lending di Prestiamoci, passando per i pagamenti digitali di Satispay e per i numerosi salvadanai virtuali. Nella gestione del risparmio digitalizzata in Italia spicca invece la proposta di Moneyfarm, che si serve di robo-advisory per personalizzare al meglio i piani rivolti ai clienti e si serve della tecnologia per proporre maggiore trasparenza e una gestione più semplice ed economica del risparmio.