Ezio Mauro su Repubblica del 24 Luglio ci racconta un’intervista rilasciata su “La Verità” da Davide Casaleggio. Casaleggio prevede che nel breve volgere di un decennio, la democrazia diretta darà al cittadino il potere di decidere, di legiferare senza più intermediazioni, deleghe, perdite di tempo e riti del passato come le riunioni alla Camera e al Senato.
La constatazione che, a causa della bolla di iperproduzione normativa, la burocrazia nel nostro paese assume un ruolo ed un potere improprio e diventa spesso depositaria di un sapere quasi esoterico; Inoltre, i modelli ottocenteschi stanno morendo, la sfiducia nella politica cresce, lo scollamento fra Palazzo e realtà aumenta e la soluzione a tutto ciò è Internet, la cittadinanza digitale. Grazie alle tecnologie, i nuovi strumenti di partecipazione sono decisamente più democratici ed efficaci in termini di rappresentatività del volere popolare, pertanto il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile. La democrazia digitale avrà come effetto il superamento del parlamento, il superamento dei partiti ed i cittadini decidono votando in Rete. Significherebbe la fine dei politici e della politica come l’abbiamo sempre pensata.
Sembrano discorsi senza senso e senza prospettive ed invece inducono ad riflettere profondamente sui cambiamenti in atto nelle democrazie occidentali: ma chi, dieci anni fa, avrebbe potuto ipotizzare che un nuovo partito o movimento nati dal nulla arrivasse al 33% e che riuscisse ( vedremo come) a governare il paese? Arriveremo allo scontro finale fra democrazia diretta e la rappresentanza? L’innovazione tecnologica denuda la vecchia forma democratica, mette in crisi tutta l’impalcatura di intermediazioni su cui è costruita la trasmissione fiduciaria del voto e del mandato, mentre la Rete fulmina i metodi del passato, li illumina denunciandoli come vecchia politica, e consente ad ognuno di ritagliarsi nel privato un pezzo di politica privata da consumare a piacere …. con la misteriosa piattaforma del movimento.
Quindi Mauro si pone il problema di come si possano governare le piattaforme digitali, il controllo dei dati, del loro utilizzo, della garanzia della privacy degli utenti, del potenziale politico e commerciale. Ed ancora , come governare i dibattiti in cui si prendono decisioni, il concorso di opinioni diverse, l’obiezione, la critica e l’opposizione delle minoranze. La rappresentanza è ciò che crea il concetto e il soggetto di popolo: fuori dal patto di rappresentanza c’è soltanto una folla di individui, non un popolo. La tecnologia è benedetta: ma quando cambia il volto della democrazia la trasfigura in una moderna, nuovissima tecno-ideologia.
Questa è la nuova sfida. Riflettere sull’uso e sugli effetti degli strumenti informatici e di vitale importanza. In varie zone d’Europa, e anche oltre oceano, crescono movimenti e partiti che attraverso la critica esasperata on-line di tanti fenomeni – anche complessi – ricalcano soluzioni e schematismi del passato – non tanto remoto – che non devono essere sottovalutati.