“L’agricoltura era il motore pulsante e trainante dell’economia non solo della nostra città ma dell’intera fascia trasformata sudorientale. Scelte scellerate, accordi sovranazionali, politiche miopi e poco lungimiranti hanno dato il la a una crisi che, purtroppo, sembra senza ritorno.
E, adesso, che è stato più volte chiesto di intervenire a chi di competenza, di fornire un sostegno, ecco che alle parole, alle promesse più volte reiterate, non è stato dato alcun seguito. Ecco perché i produttori agricoli hanno tutte le sacrosante ragioni di fare sentire la propria voce e di manifestare tutto il proprio disappunto rispetto a una Regione e a uno Stato che fanno spallucce e non sanno assumere provvedimenti chiari e univoci per evitare questo sconquasso”. Così il capogruppo di Riavvia Vittoria, Giuseppe Scuderi, che lunedì sarà a fornire il proprio sostegno ai produttori che hanno annunciato di volere avviare un’altra forte azione di protesta dinanzi al mercato ortofrutticolo di Fanello.
“E’ il luogo simbolo del disastro agricolo – sostiene Scuderi – ed è giusto che proprio da qui si ricominci con l’obiettivo di trovare quelle risposte che, purtroppo, ancora oggi mancano. Siamo convinti che deve essere l’azione dei rappresentanti dei cittadini, in qualità di consiglieri comunali, a sensibilizzare ai massimi livelli le istituzioni, a cominciare dall’esecutivo siciliano ma anche il Governo nazionale. Si sarebbe potuto fare parecchio per lenire questo stato di crisi, non è stato ancora fatto niente. Tutto ciò è ingiustificabile, perché i produttori continunano a chiudere le proprie aziende, si impegnano in campagne agrarie onerose da cui debiti non riescono poi a rientrare e, in alcuni casi, si trovano costretti pure a fare i conti con le esecuzioni giudiziarie.
Spiegatemi se questa è vita, se questa è possibilità di programmare il futuro. L’ho già detto in tempi non sospetti: è necessaria una mobilitazione complessiva, per farci sentire in maniera reale. Dovremmo chiudere, se ciò fosse possibile, Vittoria per protesta. Fino a quando non arriveranno i primi provvedimenti reali. Delle parole ormai siamo stanchi, non sappiamo che farcene. E fanno bene i produttori a lamentarsi in maniera concreta. Perché questo stato di cose non ha capo né coda e tutto lascia presagire che la situazione complessiva sia destinata a peggiorare”.